Sai quanto costano ai tuoi soldi 60 minuti?

Mi sono soffermato a ragionare sulla percezione del tempo durante un viaggio di lavoro a Dubai, parlando con un ragazzo del posto con il quale ho contrattato per acquistare un oggetto d’arte. Quando, dopo alcune battute, la sua domanda e la mia offerta erano ancora molto lontane, ho tagliato corto (tipica deformazione da trader) dicendo che ci avrei pensato su. Lui mi ferma subito e mi dice sorridendo: “Aspetta! In Italia le ore sono di 60 minuti, qui almeno di 90! In Italia voi contate i minuti, qui proprio no”. La trattativa per lui era soltanto all’inizio, mentre io pensavo di averla già tirata per le lunghe e che la negoziazione fosse terminata senza un punto di incontro. Che cosa mi voleva far capire?

Là, la percezione del tempo, è del tutto diversa. Ogni Paese ha i suoi ritmi, ogni stile di vita ha le sue priorità.

La percezione del tempo è perfino soggettiva. Studi scientifici dimostrano che cinque minuti di coda in autostrada vengono percepiti come almeno 10.

In Italia i ritmi sono ovviamente diversi rispetto a quelli di altri Paesi. C’è perfino differenza tra nord e sud.

Prendiamo il mio settore: ogni giorno faccio letteralmente i conti con la frenesia dei mercati finanziari, con Wall Street, Piazza Affari e compagnia bella. Ecco, nel mio lavoro, la percezione del tempo va al contrario rispetto a quella del ragazzo che vende oggetti di valore a Dubai. Devo riuscire a fare in 30 minuti quello che si fa normalmente in 60.

Immagino che il ragionamento valga anche per te che, alla guida della tua azienda, ogni giorno corri per districarti tra appuntamenti, clienti, fornitori e riunioni.

Per fare business sui mercati, il tempo è denaro (e non lo dice solo Paperon de’ Paperoni). Prendilo proprio alla lettera. Le ore valgono soldi; o persi, o non guadagnati, o guadagnati. Non ci sono altre opzioni.

Sui mercati finanziari,
posso utilizzare il tempo recuperato per cercare le opportunità prima degli altri.
Fare un affare, portarlo a casa, cercarne un altro e via di seguito.
Questo è il mio compito.

Per tornare al ritmo, buttiamola in musica questa volta, più che un romantico ballo lento, qui ogni giorno ci troviamo a fare in conti con una Rumba della quale bisogna conoscere bene i passi per non inciampare. Puoi divertirti o farti male, questione di esercizio e pratica.

Per crearsi le competenze serve tempo. Serve un lungo e lento lavoro per poi potersi concedere il lusso di andare avanti spediti.

Presto e bene diceva mio nonno. Giusto eh, ma come?

Ci sono due modi per fare presto e bene:

  • O in questo passaggio ci investi del tuo tempo per acquisire le capacità e per rimanere aggiornato
  • O lo prendi da qualcun altro già modellato e formato.

Quindi, se il mio obiettivo ad esempio è vincere il campionato di serie A, posso fare in due modi: o ho il tempo di investire nel vivaio del settore giovanile per cercare di crescere campioni, o compro i calciatori premiati con il pallone d’oro che sicuramente segneranno reti e mi garantiranno punti.

Se invece, nella tua azienda, ti serve un macchinario per realizzare il tuo prodotto?

Se opti per la prima opzione dovrai:

  • creare uno specifico settore di ricerca e sviluppo
  • formare o trovare personale con le competenze necessarie
  • studiare la logica del funzionamento della macchinario
  • trovare i pezzi necessari per realizzarlo
  • progettare il software
  • eseguire i test di messa a punto
  • avviare la produzione
  • fare i dovuti adeguamenti in seguito agli errori che sicuramente si presenteranno, come tutte le volte in cui si fa qualcosa di nuovo.

Non saresti il solo ad aver fatto questa scelta: questa strada l’hanno già percorsa la Barilla o la Ferrero. Hanno impiegato tanti anni a costruirsi le loro macchine e investito tanti soldi. A distanza di decenni sono diventati leader.

Sei così robusto? Hai tutti quei soldi? E tutto quel tempo? Magari sì.

Ma il tuo mercato ti può aspettare tutto quel tempo?

E se dopo tanta fatica qualcuno è arrivato prima di te e si è già accaparrato la quota a cui aspiravi?

Sarebbe tutto da rimettere in discussione. Dopo aver buttato via tempo, soldi e opportunità.

Ecco perché, mentre leggevi tra le righe, hai mentalmente optato per la seconda opzione, come stai già mettendo in pratica nella tua azienda, cioè quella di sfruttare il know how di chi è già del settore. Di chi è leader del settore ovviamente.

Non perché vale meno sbattimento, quello non ti spaventa, ma perché ti permette di azzerare il tempo che avresti impiegato a mettere in pratica, con cura e dedizione, tutti i passaggi riportati sopra. E perché puoi permetterti, di acquisire il suo pacchetto di esperienza, comprensiva di tutta la ricerca e la messa a punto che lo hanno portato ad essere il migliore.

Quando si parla di finanza, come ti sei organizzato?

Fai da solo? O ti appoggi a un consulente o vai in banca o ti confronti con il direttore ammnistrativo della tua azienda?

Mentre cerchi la risposta, il mondo continua a girare fortissimo. Talmente forte che in base alle mie esperienze hai bisogno di soluzioni di investimento già pronte.

Hai davvero gli interlocutori giusti?

I consulenti o i dipendenti di una banca sono dei venditori:
non vivono il mercato con i suoi tempi e i suoi ritmi.

Hanno una serie di prodotti che vengono selezionati e “impacchettati” dalle sedi centrali di ciascun istituto di credito. Per sede centrale non intendo ovviamente la filiale a cui fai riferimento. Penso a quelle di Francoforte, Londra, quando siamo fortunati. La sede centrale ha degli analisti che studiano il mercato e l’andamento delle borse, fanno accordi con società di investimento e stabiliscono un paniere di  strumenti finanziari.

Questi studi vengono presi in mano dalle direzioni centrali, che dopo incontri e riunioni stabiliscono gli obiettivi da raggiungere che vengono poi condivisi con le principali sedi dei diversi Paesi. Da qui la comunicazione arriva poi alle filiali cittadine.

E il tempo passa…tic tac, tic tac…

Nel migliore dei casi, dalla comparsa dell’opportunità sul mercato al momento in cui i dipendenti delle filiali ne vengono a conoscenza e sono in grado di proporla ai clienti passa a volte almeno un mese. Ribadisco, nella migliore delle ipotesi, quando proprio abbiamo a che fare con quelli bravi.

E in un mese sai quante volte possono cambiare le cose?

Basta un “singhiozzo” di Trump che alle borse non piace e tutto è da rimettere in discussione. Immediatamente.

Più che con un venditore, dovresti avere a che fare con un imprenditore che,
proprio come te, conosce direttamente i prodotti.
Che è in grado di fare scelte in modo autonomo.
E quindi in grado di farti proposte al passo con i tempi fulminei dei mercati finanziari.

Siamo sempre lì: il tempo sui mercati fa la differenza…tic, tac…

Non solo. Velocità ed esperienza ballano insieme. Se manca uno, l’altro perde il ritmo.

È la “Rumba”.

Se in azienda c’è un problema il punto di riferimento sei tu: chi lavora per te ti chiama.

  • perché sei una persona di fiducia
  • perché sanno che la tua esperienza darà loro una soluzione che solo tu potrai trovare
  • perché hai sempre messo le mani in pasta
  • perché dirigi un’azienda che conosci benissimo
  • perché è una tua creazione

Sei sicuro che il tuo consulente finanziario sappia trovare le risposte per i tuoi investimenti
come le troveresti tu per la tua azienda?

Un venditore conosce le caratteristiche del prodotto perché glielo hanno presentato.

O perché le ha studiate.

Insomma stiamo parlando di esperienze di carta perché lette sui libri, o sintetiche perché filtrate dallo schermo del pc. Esperienze inodori e insapori.

Mancano di fiuto, sudore, grida, gomitate date e prese direttamente nelle sale della NYSE.

Mancano di incontri raggiunti con il fiato corto, ma con informazioni esclusive, di cose a più non posso con l’auricolare del cellulare all’orecchio per tradurre subito in business una soffiata.

Mancano di camice sudate e cravatte allentate per riprendere aria.

Mancano di esperienza vissuta.
Quella che ti insegna dove cercare, dove trovare, dove guardare.
Per sfruttare ogni secondo di quei 30 minuti (senza perderne 60).

Gestendo i patrimoni delle banche per cui ho lavorato, più di 5 miliardi di euro, ho fatto tanta esperienza.

I vari consulenti fanno esperienza sui soldi dei clienti.

Lo sappiamo tutti, è inutile che ci prendiamo in giro:

Fare esperienza in finanza significa perdere soldi.
Soldi non del consulente, del cliente. I tuoi!

A differenza dei vari consulenti, non ho MAI perso i soldi dei clienti, perché ho avuto la possibilità di fare esperienza con i soldi della banca. E con 5 miliardi, è una grande esperienza!

Sei a una gara di ballo: ti faresti insegnare e guidare nella Rumba da un compagno che ha studiato con un video i passi? E che, appena ha un dubbio, si deve fermare a riguardare la “registrazione”?

Perderesti certamente il ritmo e quindi la sfida.

Oppure, ancora peggio, ti potresti slogare una caviglia.

E dovresti proprio fermarti.

Ti faresti guidare negli investimenti da chi ha imparato la tecnica sul pc, su un manuale o a un corso aziendale di due settimane? Qua non perderai solo il “ritmo”, perderai soldi. E fa ancora più male, non c’è bisogno che te lo dica io.

Balla la Rumba con un compagno che ha imparato la lezione dal vivo. E che se poi il ritmo cambia improvvisamente, sa adeguare i passi d’istinto senza doversi fermare e chiedere. Ti potresti anche divertire.

Lo sai anche tu che solo un imprenditore ha quell’esperienza tangibile
che lo porta a prendere le decisioni rapidamente
seguendo l’istinto che ha coltivato nel tempo.

Per sapere cosa intendo per esperienza tangibile nel mio campo, scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

A presto!

Luca Ruini

PS:

Vuoi un esempio pratico?

“L’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti ha portato una scossa in positivo a Piazza Affari che ha raggiunto performance positive superando anche le altre borse mondiali. Ciò che viene attribuito a quell’episodio, in realtà è il frutto della somma di diversi fattori che già da tempo si stavano muovendo. Mi riferisco all’andamento del periodo precedente: al rischio politico, al livello di fiducia nel futuro degli imprenditori italiani”.

L’analisi è stata pubblicata tra le pagine del “Sole 24 ore” il 31 marzo 2017.

Il presidente americano è stato eletto il 4 novembre 2016.

I fattori, dell’osservazione di cui sopra, hanno iniziato a dare segnali, non tutti insieme ovviamente, ben prima dell’esito delle elezioni americane. Ad esempio, la fiducia degli imprenditori è cominciata a salire già da marzo 2015 (fonte Istat).

Chi ha saputo vedere e agire in quel momento,
adesso non sta seminando,
ma raccogliendo i frutti.

Non perdere altro tempo, scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

PPS. Se stai guardando l’orologio per capire quanto tempo ci hai messo a leggere questo articolo e vedere quanto manca all’appuntamento che hai adesso, non ti preoccupare, le lancette hanno ancora lo stesso ritmo di prima.

E non hai perso tempo se, prima di correre via, dedichi altri pochi secondi per scaricare il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

Potrebbe veramente farti cambiare ritmo nei tuoi investimenti.

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