Cosa centrano i LEGO con i prodotti finanziari

C’è una fiera a Parma verso la fine di maggio, organizzata da una società tedesca, in cui vengono presentate tutte le novità del comparto dell’automazione (si chiama SPS IPC Drivers Italia). I dati degli ingressi sempre in aumento dimostrano l’interesse crescente di chi opera nell’industria manifatturiera verso i costruttori di dispositivi.

Nella manifestazione vengono esposti i componenti di base, che gli utilizzatori poi dovranno assemblare. Si tratta di sensori, fotocellule, piccoli sistemi elettronici. Il fatto che abbia così tanto successo conferma quello di cui sono convinto da sempre: gli italiani sono un popolo fantastico di trasformatori, capaci di raccogliere e mettere insieme, in tanti modi diversi, i componenti di base di qualsiasi settore, come nessun altro.

Me l’hanno confermato anche alcuni responsabili della Apple
quando andai a visitarla nella sede di Cupertino in Silicon Valley.

Ci sono due aspetti: gli “oggetti elementari” da cui partire e l’ingegno nell’utilizzarli.

Parto dal secondo punto. C’è una frase di un saggio anonimo che mi piace particolarmente: “la normalità ci rende tutti uguali, ciò che ci distingue è la qualità della nostra follia”. Adesso, parlare di follia forse è un po’ eccessivo, ma per essere diversi dalla massa di certo serve avere quel pizzico di estro, esperienza, coraggio, chiamalo come vuoi, in più. In positivo è ovvio. E gli italiani in questo sono maestri.

È una caratteristica che sviluppiamo fin da bambini: chi non ha mai avuto in casa una scatola di LEGO? Tanti mattoncini colorati assemblabili in base a creatività e capacità. Certo sulla scatola ci sono indicazioni di quello che si può realizzare, ma le costruzioni erano più divertenti se quei mattoncini si mettevano insieme come più ci piaceva.

Lungi da me attaccare con quei “pistolotti” vuoti che si usano tanto in questi casi, quando si parla della genialità di una persona (o di un popolo come quello italiano).

“Impossible is nothing. Se lo puoi sognare lo puoi anche fare. Il futuro è già domani”

Lo sai che l’invenzione dei LEGO non deriva dal sogno di un imprenditore,
ma dalla necessità di ricostruire un’attività dopo che tutto era andato distrutto?

Quale esempio più bello dell’uso della creatività con poco a disposizione! Ole Kirk Kristiansen era un falegname di Billund in Danimarca. Aveva una piccola bottega (siamo nel 1916), costruiva arredi interni e abitazioni per le fattorie della regione. Un giorno del 1924, lo stabilimento è stato colpito da un grave incendio provocato per errore da uno dei suoi figli. Dovendo ricostruire tutto facendo i conti anche con la successiva Grande Depressione del ’29, ha cercato di ridurre i costi di produzione diminuendo le dimensioni dei suoi prodotti per velocizzare il processo di progettazione. Da queste miniature è arrivata l’ispirazione che lo ha portato a diventare uno dei maggiori produttori di giocattoli del mondo.

Insomma si è fatto un mazzo così! Altroché sogni, non c’è niente di più concreto!

È questa la trama che sta sotto a tutte le più importanti storie di successo.

Ce ne sono tante anche qui in Emilia. Quando parlo di trasformatori e di ingegno, penso agli imprenditori che sono partiti da un garage e che adesso hanno industrie capaci di esportare in tutto il mondo prodotti di altissimo livello. Magari è quello che hai fatto anche tu.

  • L’ingegno di iniziare,
  • la pazienza di sbagliare,
  • il coraggio di ricominciare,
  • la determinazione di arrivare.

Sporcarsi le mani, rimboccarsi le maniche bel oltre il gomito e lavorare a testa bassa. Il successo te lo sei sudato. Diciamo pure che hai lavorato talmente tanto che hai avuto poco tempo per fare i sogni mentre dormi. Invece il sogno lo hai costruito nella realtà giorno per giorno, combinando un “mattoncino” per volta.

Quei mattoncini, quegli “oggetti elementari” esposti alla fiera che piacciono tanto a chi lavora in ambito meccanico, elettronico, manifatturiero ecc…, li conosci bene.

Ora pensiamo per un momento ai mattoni veri e propri: con le stesse pietre puoi costruire una casa solida, robusta, funzionale ed esteticamente bella, oppure una casa pericolante e sproporzionata. In un caso o nell’altro, il risultato dipende dal gusto e dalle competenze degli architetti che hai scelto.

Chi progetta deve:

  • valutare la posizione e la tipologia del terreno,
  • conoscere e mettere in pratica tutte normative vigenti nel campo dell’edilizia,
  • conoscere i materiali,
  • scegliere quelli più adatti alle tue esigenze,
  • ecc…

Le prime sono valutazioni oggettive, da applicare ad ogni tipo di costruzione, le altre sono del tutto soggettive da realizzare a misura del cliente.

Puoi scegliere di privilegiare alcune caratteristiche oppure comprenderle tutte. Dipende dalle tue possibilità e attitudini da un lato e dalle competenze di chi la casa te la deve costruire dall’altro.

Perché ti sto dicendo tutto questo? Perché nella finanza funziona esattamente allo stesso modo.

Nel mio settore i mattoni, mattoncini o “oggetti elementari” sono i prodotti finanziari.
Anche qui si costruisce qualcosa:
il prodotto finale è la tua serenità economica.

Che, diciamocelo francamente, non è mica poco!

Come raggiungerla?

Diamo per scontato che il tuo referente conosca bene il paniere di prodotti finanziari che esistono. La maggior parte delle volte conosce solamente quelli che la banca gli propone da distribuire. I soliti noti come Morgan Stanley, JP Morgan, BlackRock…

Ma come puoi immaginare esistono prodotti di nicchia,
la maggior parte sconosciuti ai più, e per questo riservati a pochi.

Naturalmente te ne parlerò solo a quattr’occhi.

Come puoi capire, solo con una padronanza del “materiale” da utilizzare per costruire il tuo piano degli investimenti, la proposta potrà soddisfare al meglio le tue esigenze.

È per questo che, periodicamente, gli imprenditori partecipano ad esempio alle fiere
o a incontri riservati.

Per rimanere aggiornati e ampliare il più possibile la propria visione. Con elementi che non si trovano su manuali e giornali.

Tutti da bambini avevamo i LEGO, ma ci sono collezioni esclusive che non abbiamo trovato perché il nostro negozio di fiducia e magari anche quello di fianco non teneva: sono i prodotti di nicchia.

Non solo. Non tutti i prodotti finanziari fanno per te. Serve uno specifico piano di investimenti, studiato per il tuo portafoglio.

In questo caso non serve fantasia, ma esperienza e competenze.  Di certo non si ottengono con corsi di formazione di poche ore come quelli pagati dagli istituti finanziari ai propri dipendenti che, molto probabilmente, arrivano pure tutti dalla stessa università (se l’hanno fatta). Male non fa, sia ben chiaro, ma di certo non li rende in grado di fornire analisi diverse da quelle che ti offrono tutti.

Serve un TUO piano degli investimenti con i TUOI mattoncini.

Evita un piano degli investimenti che si adatta a chiunque, come spesso fanno i private delle banche. Lo sai anche tu, quando studiano il piano degli investimenti lo fanno utilizzando esclusivamente le analisi e le indicazioni che arrivano dalla sede centrale perché da quella dipendono. Non hanno la libertà, il permesso e il tempo per andarsi a cercare notizie svincolate da quelle preconfezionate dalla banca; questo perché in caso di difficoltà con il cliente, l’addetto è tutelato soltanto se ha seguito alla lettera le istruzioni imposte dall’istituto di credito.

Come ti è stato detto molte volte chi progetta il tuo (e ribadisco tuo) piano degli investimenti (evviva le ripetizioni, ma quando ci vuole, ci vuole) deve:

  • conoscere la tua attuale posizione,
  • valutare la tua propensione al rischio,
  • analizzare la situazione del mercato,
  • ragionare in termini probabilistici su quello che succederà
  • presentarti uno studio chiaro e puntuale della proposta

Tutto corretto nella teoria. Ci sono slogan su slogan intorno a questi punti. In quanti possono metterli davvero in pratica?

Non ci sono piani di investimento che vanno bene per tutti!

La banca o alcuni siti internet forniscono “portafogli modello” studiati sulla base di altrettanti “profili modello” che scimmiottano la realtà. È come quando vai a comperare un abito: anche se sei un figurino, difficilmente la taglia si adatta perfettamente al tuo corpo. Qualche modifica va sempre fatta.

Per fare un buon piano di investimenti personale
non esiste una formula matematica preconfezionata
dove cambiando semplicemente gli importi si ottiene sempre il miglior risultato.

Sarebbe davvero troppo semplicistico, così come ci vogliono far credere dalla banca con i loro “portafogli modello” matematici standard.

Ci sono istituti di credito e società di consulenza, penso ad una in particolare per farti un esempio concreto pur non potendo citare il nome (se passi da me te lo dico), che di “portafogli modello” ne ha creati sei, e usa sempre quelli. A chiunque si trova davanti, a prescindere dai sodi che ha, dai progetti o dalla predisposizione, assegna uno dei quei portafogli.

E pensa che tra gli slogan di presentazione scomodano parole come “personalizzazione”, “la migliore soluzione”, “su misura per te”, “semplicità” e via di seguito. Ci credo, per loro sicuramente è semplice! Sai quanto tempo in analisi risparmiano?

È quello che pensavi leggendo quelle frasi?

È quello che cerchi quando affidi a qualcuno il TUO patrimonio?

Ti senti uno standard da catalogare? Un profilo adeguabile a tanti altri?

Conosco il valore dei soldi.

Perché ho gestito grandi patrimoni e perché so che a guadagnare si fa fatica.

Dopo i primi incontri conoscitivi, lascio sempre al mio cliente un fascicolo con la proposta creata in seguito agli STUDI SPECIFICI che ho fatto su di lui
e UN’ANALISI SUI SUOI RENDIMENTI ATTESI A 3 ANNI.

Non lascerei mai i miei risparmi nelle mani di un dipendente di un istituto di credito che, se sei fortunato, fa leggere modifiche a un contratto preconfezionato. Oppure adatta il tuo profilo a quello che, tra gli schemi a disposizione, gli si avvicina di più.

Stai ancora facendo così? Solo perché non hai ancora trovato la giusta alternativa?

A raccontarmi della fiera dell’automazione è stato un mio cliente che produce componenti di base.

Se si parla di sistemi automazione, tutti conoscono i pezzi della Siemens. Si comprano quelli perché principalmente si va sul sicuro con i pezzi di ricambio in caso di guasto.

Alcuni particolari pezzi prodotti dal mio cliente di cui sopra sono molto più robusti, praticamente indistruttibili. Ma pochi sanno che i suoi sistemi sono una valida alternativa alla Siemens, anzi sono di gran lunga migliori. Sono l’eccellenza. Se le aziende, clienti di Siemens, li conoscessero, sono sicuro che li comprerebbero!

I media non aiutano, parlano solo dei grandi brand.

La forza della comunicazione è crearti un universo preconfezionato di alternative. Ti sembra di conoscere tutto, ma è solo una bolla di sapone. Ciò che non appare non esiste. È un altro di quei luoghi comuni da sfatare.

Puoi immaginare i poteri forti del mondo della finanza come guidano i media!

Ci sono nomi che ti fanno sentire tranquillo solo perché li hai sempre sentiti nominare. Perché fanno parte del tuo universo cognitivo.

È vero, ancora non ci conosciamo.
Leggendo queste righe sai che sono un’alternativa.
Datti l’opportunità di valutarla.

Per farlo con ancora più elementi, scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

A presto!

Luca Ruini

PS:

Hai mai visto il film “The Truman Show” di Peter Weir? Il protagonista si trova a vivere, dalla nascita e senza saperlo, in un set televisivo dove tutto ciò che lo circonda, il paese in cui vive, il matrimonio, l’ambiente di lavoro, è una finzione a beneficio degli spettatori che lo seguono 24 ore su 24 (la pellicola è del 1998 quando ancora il “Grande Fratello” era alle prime battute e non c’era di certo la fila a voler vivere sotto i riflettori). Il film racconta della crescita di Truman che pian piano capisce che ciò che conosce gli sta stretto.

Vuole viaggiare, ma tutti gli sconsigliano di farlo. Gli sconsigliano di farlo perché vogliono convincerlo del fatto che lì, la sua vita è perfetta, tutto ruota intorno a lui (ovviamente vogliono tenerlo all’interno dello show). Perché dovrebbe cambiare? La sua vita è da film (letteralmente!). All’inizio ignora volutamente i segnali “di allarme”. Chi glielo fa fare, di mettere tutto in discussione, sta troppo bene dov’è. Accetta la mediocrità per inerzia. Perché farsi domande costa prima di tutto fatica. Poi c’è una ragazza, una comparsa, che si innamora realmente di lui e che gli dice chiaramente che è vittima di un inganno. Gli apre gli occhi. Solo allora, mosso dall’infatuazione che ricambia, Truman decide di dare adito ai suoi sospetti e di approfondire. Gli è servita una scossa. Una motivazione forte. L’amore in questo caso. Per questo decide di partire, mettendo tutto in discussione per ampliare il suo orizzonte e uscire da quella realtà di “plastica”.

Ecco magari l’universo di proposte finanziarie che ti circonda ti soddisfa,
ma non ti starai accontentando della mediocrità per inerzia?

In banca sicuramente ti diranno che non ti conviene. Che il meglio per te è quello che ti viene offerto dal tuo private (ovviamente vogliono che tu rimanga tra i loro clienti: il loro show).

Sei soddisfatto? Perché dovresti cambiare?

Ti serve un motivo?

Sei vittima di un modo di trattare il tuo portafoglio che non è quello che ti vogliono far percepire. Sei uno come tutti gli altri a cui raccontano che è unico e speciale. Come a tutti gli altri.

Non ti basta?

Potresti guadagnare di più.

Però il mondo è grande e ampliare il punto di vista in finanza,
significa uscire da quella realtà di “plastica” degli investimenti che hai conosciuto fino ad oggi!

Per un assaggio del mondo vero che quasi nessuno conosce scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

PPS:

Lo so che quando hai iniziato a leggere l’articolo ti aspettavi una soluzione. Ora hai capito perché non te lo posso dare senza conoscerti. Chi ti suggerisce formule preconfezionate senza aver fatto un’analisi precisa non le ha certo studiate su di te. Contattami e uscirai dal mio ufficio con tutte le risposte.

Per avere ancora più informazioni, scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

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