Sai perché alla Apple ho dovuto togliere la cravatta? Cosa ho scoperto viaggiando nei luoghi più esclusivi della finanza

Ho viaggiato così tanto per affari che ho quasi perso il conto di dove sono stato. Viaggio per mettere il naso dove si fanno gli incontri segreti di business, per conoscere tutto ciò che le economie dei diversi paesi del mondo mostrano e soprattutto quello che nascondono. Per conoscere, capire, toccare, vedere. Perché in ambito finanziario i cinque sensi vanno usati tutti per affinarne un sesto: l’istinto.

Il perché te lo immaginerai già. Da imprenditore ti comporterai allo stesso modo.

Ci sono però alcuni elementi, caratteristici dell’ambito finanziario, sui quali vorrei richiamare la tua attenzione.

Prima ti racconto una storia, su come ha fatto a fare fortuna il personaggio più famoso delle favole. Fidati, ti interessa. Dietro una barba bianca e quell’aria da bonaccione si nasconde l’uomo d’affari più geniale di tutti i tempi.

Sai perché Babbo Natale non sbaglia un colpo? E perché il suo segreto potrebbe interessare anche l’ambito finanziario?

Una leggenda narra che sia andato molto vicino alla bancarotta. Tanto tempo fa la sua fabbrica di giocattoli in Lapponia dove aveva concentrato tutta la produzione ebbe un guasto imprevisto. Un inverno più buio e rigido del solito fece saltare la corrente in tutta la zona bloccando la fabbrica per diversi giorni. Quell’anno tanti bambini dovettero farsi consolare dalla Befana, competitor sicuramente più povero, ma sempre ben fornito. Un altro danno del genere e l’azienda di Santa Claus non si sarebbe più risollevata. A nulla sarebbero valsi gli sforzi miracolosi del suo ben equipaggiato ufficio marketing: il volto del principale era sempre su tutti i volantini e con grandi promesse.

Durante una di quelle notti insonni che solo gli imprenditori si trovano a dover affrontare, ebbe un’illuminazione. Con uno sforzo incredibile, economico e di mano d’opera, creò una fabbrica di giocattoli in ogni paese del mondo affiancandola a negozi e supermercati con la funzione di magazzino. In quel modo, se uno stabilimento andava in affanno, quello del paese vicino o dall’altra parte del mondo, era in grado di sopperire. Non solo: i giocattoli, da esclusiva del Natale, diventarono un “bene di consumo” quotidiano.

Tanti anni dopo, economisti esperti coniarono il concetto di “de-correlazione geografica”.

La storia di Babbo Natale me la sono inventata durante un corso che ho tenuto in collaborazione con la facoltà di Economia dell’Università di Modena. In quegli anni ho affiancato la gestione del patrimonio di oltre 5 miliardi di euro di una banca, all’attività di docente: ho viaggiato per l’Italia tra corsi e seminari per diverse università e in collaborazione con “Milano Finanza” oltre che per alcune ospitate in tv locali e nazionali. Ero appena tornato dalla mia esperienza di trader a Wall Street e avevo accettato, in accordo con l’istituto di credito per cui lavoravo, di portare la mia esperienza di tecnico della finanza a studenti, analisti, esperti e gente comune.

Oggi gestisco patrimoni sopra i 100 milioni di euro, dopo aver superato sui mercati le crisi degli ultimi 25 anni. Ho dovuto accantonare quel ruolo di docente, anche se le richieste ci sarebbero ancora. Lo ricordo con un pizzico di nostalgia.

Sto divagando e soprattutto, non sono qui a farti una lezione di economia. Già sono partito da Babbo Natale, è ora di arrivare al sodo.

Ti dico subito perché ci sono principi e strategie che in ambito finanziario possono salvare interi patrimoni o distruggerli, se non applicate come si deve.

Il motto “Mogli e buoi dei paesi tuoi” non funziona più (ammesso che in passato lo abbia fatto). Con buona pace di mio nonno, grande sostenitore della teoria, sulla questione delle mogli non metto parola. Mi riferisco alla parte sui buoi, o, per usare termini più moderni, su clienti e fornitori.

C’era un’epoca in cui si ci muoveva intorno al giardino di casa
per trovare tutto quello che serviva a mandare avanti un’attività.
È chiaro a tutti e ampiamente dimostrato dai fatti che oggi quella visione è superata.

Gli esempi si sprecano, ne uso uno che ho sotto gli occhi tutti i giorni. Il distretto ceramico di Sassuolo (dove vivo) ha saputo imporre stili e tendenze a tutto il mercato italiano e, oggi, internazionale. Infatti, le aziende che continuano a fare fatturati importanti sono quelle che hanno puntato sull’export ancora prima della saturazione del mercato di casa. Chi non è uscito dal proprio recinto fatica a sopravvivere o non esiste più. Da imprenditore di successo quale sei lo sai molto bene.

C’è però una “legge non scritta” che valeva ieri, vale oggi e varrà domani: “vado sul sicuro con quello che conosco bene”. Con un aggiornamento: “non deve per forza essere il mio vicino”.

Non è scontato. E nemmeno facile come a dirsi. È vero che andare oltre i confini nazionali è il salvavita di tante attività, ma la scelta del dove andare è altrettanto determinante.

Serve un’analisi approfondita del mercato, delle condizioni economiche dei diversi paesi e non solo.

Adesso però voglio alzare la posta.

Come per tutti i settori anche quello finanziario non è esente dal fenomeno. Anzi: a differenza di tutti gli altri settori, quello finanziario non ha mai avuto frontiere.

Come ti accennavo qualche riga fa, ci sono strategie e principi che devono essere applicati come si deve e con una profonda conoscenza della materia.

In finanza “andare oltre i confini nazionali” si traduce, in parte,
con i principi di correlazione e de-correlazione geografica.

(I principi di correlazione e de-correlazione sono molto più ampi rispetto alla sola declinazione geografica di cui parleremo qui, ma proprio perché non te la voglio fare tanto lunga, mi riferisco a quel concetto specifico).

La correlazione è un concetto statistico che coinvolge un pacchetto di investimenti. In generale riguarda due ambiti o settori diversi che sono tra loro collegati. Ad esempio, il comparto automobilistico è collegato a quello dei pneumatici: se crolla uno l’altro lo segue e viceversa.

Da un punto di vista geografico, due paesi sono correlati tra di loro, quando entrambe le economie si comportano allo stesso modo. In un momento in cui il mercato di uno è favorevole, posso scegliere di investire in entrambi per evitare di perdere tutto se uno dei due dovesse avere dei problemi. Ad esempio, se è un momento favorevole per la produzione di materie prime posso investire in due economie correlate tra di loro.

All’opposto, due Paesi sono de-correlati tra di loro quando si comportano in modo diverso, non sincrono. Se uno va giù, l’altro va su. Per tornare all’esempio di prima, negli ultimi anni i paesi esportatori di materie prime hanno sofferto molto e i prezzi sono crollati. Da quella situazione ne hanno giovato i paesi che trasformano le materie prime che comprando a prezzi bassi avevano notevoli vantaggi.

Potrei citarti i nomi dei paesi a cui mi riferisco, ma proprio perché il concetto è molto ampio e approfondito non voglio indurti in errore o dare idee sbagliate a chi magari fa il mio mestiere senza conoscere bene quello di cui si sta parlando.

Tutto dipende dalla strategia del mercato legata al preciso momento storico in cui viviamo
e alle previsioni future.
Non ci sono situazioni che vanno bene per tutte le stagioni.

Ci sono momenti in cui è corretto essere correlati e altri in cui conviene essere de-correlati.

Soprattutto, in ogni momento, devo conoscere bene quello che sto facendo.

Un consulente finanziario deve avere la prerogativa di girare il mondo per conoscere “dal vivo”
le economie di cui parla e su cui fa investire i propri clienti.

Proprio come per un imprenditore che viaggia per il mondo per conoscere le realtà più favorevoli allo sviluppo della propria azienda.

Questa è un’affermazione che mi trovo a fare sempre con un po’ di rammarico.

Perchè SO che nessuno lo fa.

Prova a chiedere al tuo private bancario dove è stato negli ultimi 12 mesi.
Probabilmente ti racconterà dove ha passato le sue ferie.

E allora su quali basi può decidere dove consigliarti di investire? Su quello che gli hanno suggerito dalla direzione generale? Che a sua volta fa riferimento agli analisti che studiano i mercati dal monitor di potenti pc? E a distanza di mesi dall’ultima riunione strategica?

Viaggiare è bello, ma è anche faticoso, soprattutto se lo si fa per affari.

Viaggiare è necessario. Fondamentale.
Altrimenti quei principi di cui ti parlavo sopra, fonte di opportunità per te e di salvaguardia per il tuo patrimonio non dovrebbero in nessun modo essere applicati.

E, certo, almeno molti non lo fanno!

Ma vuoi mettere cosa ti perdi?
Prenderesti decisioni per la tua azienda senza aver “sondato il terreno”?
Oppure, lasceresti la tua azienda in una pericolosa situazione di stallo
perché non sai dove andare o a chi rivolgerti?

Io credo proprio di no.

E il tuo denaro? Lo tratteresti allo stesso modo?

Io credo, di nuovo, di no.

Sono in partenza per Tokio, e solo negli ultimi tempi sono stato a New York, Abu Dhabi, Dubai, Zurigo, Londra, Washington, Kuala Lumpur (Malesia), Rio De Janeiro, Hong Kong e Singapore.

Starai pensando che me la tiro? Forse sì, o forse sto cercando di farti capire che non ti dovresti accontentare. Perché non lo faresti mai per la tua azienda e, prima di leggere questo articolo, non pensavi di farlo per il tuo denaro.

Ho incontrato i vertici di diverse istituzioni finanziarie direttamente a casa loro.

Tra queste:

  • La Federal Reserve Bank di New York, Chicago e San Francisco
  • La banca centrale di Hong Kong
  • Il Fondo Monetario Internazionale di Washington DC
  • La Apple nella sede di Cupertino (Silicon Valley, California)
  • La fabbrica della Harley-Davinson Motor Company di Milwaukee (Wisconsin, Stati Uniti)
  • La Carmignac nella sede di Parigi.

Ho documentato questi e altri viaggi d’affari in un piccolo “diario di viaggio” che raccoglie le fotografie dei miei spostamenti. Piccolo perché tutti i luoghi che visito sono chiusi al pubblico ed è severamente vietato fare scatti di qualsiasi genere.

Pensa che quando sono entrato alla sede della Apple per incontrare il responsabile delle relazioni con Wall Street ho dovuto lasciare all’ingresso, non solo il cellulare, ma anche biro e blocco degli appunti: niente doveva trapelare all’esterno per nessun motivo. Ricordo bene di aver dovuto lasciare lì perfino la cravatta: il dress code era informale.

Dico che è bello ma soprattutto faticoso, perché, come ben sai, i viaggi d’affari non sono di piacere. Se qualche volta sono riuscito a vestire per qualche ora i panni del turista, la maggior parte delle volte si tratta di toccate e fuga, concentrate nei week end, o pochi giorni di più, soprattutto per mete lontane.

Perché l’operatività quotidiana, gli incontri con i clienti e la condivisione di strategie va di pari passo con la necessità di conoscere, approfondire ed essere sempre aggiornati nel modo migliore possibile.

In alcune mete vado regolarmente, in altre in modo più sporadico.

Tutte le volte torno a casa con un nuovo bagaglio di informazioni preziose.
Sarò lieto di condividerle con te.

Scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

A presto!

Luca Ruini

PS:

Pensa che la storia di Babbo Natale mi è venuta in mente a maggio. Che non è poi così fuori luogo: una grande industria di regali di Natale lavora tutto l’anno per essere pronta al grande evento. È un po’ come il Cersaie per le aziende di piastrelle. Il Cersaie è la più grande fiera internazionale della ceramica e dell’arredo bagno che si tiene tutti gli anni a Bologna nel mese di settembre. Espositori da tutto il mondo presentano ai visitatori le novità su cui studiano e lavorano tutto l’anno.

I dati dell’ultima edizione della manifestazione riportano che un terzo del numero complessivo degli espositori era straniero e proveniva da 41 nazioni diverse, mentre i visitatori sono accorsi da quasi tutto il mondo. Non si sono accontentati di sfogliare a distanza cataloghi ben confezionati o di visitare il sito internet ben aggiornato delle diverse aziende. Hanno voluto toccare con mano, parlare con possibili fornitori, confrontare le diverse opportunità.

È quello che faccio io quando scelgo di viaggiare. È quello che mi differenzia da chi, per contratto o per scelta non si alza dalla scrivania e non guarda oltre il monitor del pc.

Per altro, se il mondo delle piastrelle mostra tutto il possibile, quello della finanza nasconde tutto quello che può. Per questo è ancora più importante entrare dove nessuno ha accesso.

Scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

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