Investitori e piloti, sai cosa devono avere in comune per essere vincenti? Ecco i 5 errori da evitare

Sono ai 185 km orari, piede a tavoletta sull’acceleratore e il volante tutto da una parte per affrontare la curva a gomito che fa capolino davanti a me. A bordo della BMW da 440 cavalli che mi è stata assegnata sento due ruote oltre il cordolo e le restanti due in pista. Sono euforico, ma comunque tranquillo, è tutto sotto controllo.

Poco dopo, sono sul primo gradino del podio, come miglior pilota tecnico.

No, non è un sogno come potrebbe sembrare, e non mi sto per svegliare. È accaduto tutto realmente. Tornando a casa al volante della mia Maserati blu sono ancora carico come una molla. Il corso di guida sicura e di guida veloce che ho appena frequentato a Misano è stato una cannonata. Ho imparato un sacco di cose utili e ho sperimentato sensazioni che non mi aspettavo nonostante sia abituato a guidare un motore Ferrari.

Di solito l’istinto porta un autista comune, categoria nella quale rientro, a fare errori di valutazione: per 30 anni ho scoperto di aver messo in atto comportamenti che non erano corretti. Non parlo del codice della strada, quello non l’ho mai infranto, ma dei principi della fisica che a scuola guida non ci vengono insegnati. Per fortuna fino ad oggi non ho affrontato situazioni di emergenza.

Ad esempio come ti comporti quando ti trovi davanti ad un ostacolo? A me viene spontaneo iniziare a frenare. La cosa corretta da fare invece è mantenere il gas costante, per poi frenare a fondo e sterzare. Come ti spiegano durante il corso di guida sicura, in questo modo si controlla meglio la macchina. Ho fatto fatica a credere all’istruttore quando mi esponeva queste cose, ma mettendole in pratica in pista, affidandomi ciecamente alle indicazioni del pilota di professione che mi affiancava, ho scoperto che è proprio così.

Il testa a coda sull’acqua? Non succede se mantieni schiacciato l’acceleratore. Il riflesso dell’uomo è più lento dell’elettronica, non ci rendiamo conto delle potenzialità che hanno le macchine moderne.

Mettendo in pratica queste teorie ad altissima velocità e ascoltando senza esitazioni quello che il pilota mi suggeriva ho scoperto che è contro intuitivo, ma vero. Ho fatto curve con il pedale del gas schiacciato fino in fondo, toccando i 60/70/110/190 km orari. L’aderenza della macchina all’asfalto era impressionante. Prima di affrontare la curva a gomito di cui ti ho parlato all’inizio dell’articolo facevo i 185 km orari. L’istruttore mi ha spiegato che, in quelle situazioni, non è corretto frenare: le pastiglie diventerebbero troppo calde e si attaccherebbero ai dischi provocando vibrazioni pericolose. Anche con due ruote oltre ai cordoli la macchina ha mantenuto il suo assetto senza un attimo di esitazione. Eppure avrei pensato tutto il contrario. In pratica tutte le cose intuitive ci mettono in pericolo. Sai in quante situazioni funziona allo stesso modo?

Penso al settore finanziario e a quanto quei numeri verdi e rossi che lampeggiano a fianco degli indici di borsa traggono ogni giorno in inganno le persone che credono di sapere cosa bisogna fare, solo perché hanno studiato dell’argomento o per sentito dire (ancora peggio, ma succede davvero!) Perché certo, a intuito, se un titolo sta scendendo viene venduto, se sta salendo acquistato. “Chissà cosa ci vuole, non è poi così difficile”. È il pensiero comune.

Anche al volante no? Una volta superato l’esame di scuola guida ci sentiamo sicuri di quello che dobbiamo fare. “Frizione, freno e acceleratore, basta solo capire il meccanismo e conoscere le regole del codice della strada”. Per certi versi è pure vero…ma, sempre per come mi spiegavano al corso, sai in quanti incidenti viene data la colpa alla macchina o alla situazione metereologica, mentre in realtà è successo per un errore di calcolo dell’autista? Come il frenare troppo presto davanti a un ostacolo di cui accennavo sopra.

Sai quante volte, si vende troppo presto un investimento perché in perdita
quando invece si sarebbe dovuto aspettare?

Si perdono soldi che si sarebbero potuti guadagnare se il tempismo fosse stato diverso e adeguato. E allora di chi è colpa se ci hai rimesso un capitale? Del mercato? Perché guarda che quello è uguale per tutti…solo che alcuni si arricchiscono altri invece non cavano fuori un ragno dal buco, quando va bene e ci perdono patrimoni quando va male.

La differenza tra un pilota e un automobilista è la formazione che c’è dietro. I primi studiano i principi della fisica che stanno alla base del moto, come l’attrito, l’inerzia, la massa. Per loro l’esame di guida è solo il punto di partenza. I piloti sanno cosa una macchina si può permettere e cosa no, quando è il momento giusto di abbassare completamente il pedale del freno o nella giusta dose, di accelerare a tavoletta o con moderazione. Sanno spingere la macchina al massimo sfruttando tutta la sua potenza e riescono a rimanere in pista con due ruote fuori dal cordolo. Hanno studiato in teoria e messo in pratica sul campo, tutti i giorni.

Un consulente finanziario professionista, con una solida formazione e un’altrettanta dose di esperienza sul campo,
– sa quando comprare e quando vendere,
– sa quando è il caso di aspettare e temporeggiare,
– sa dove spingersi fino al limite per sfruttare tutte le potenzialità offerte dal mercato.

Sa mantenere un patrimonio spingendo fino al limite delle possibilità di business. Sa quando accelerare, sa quando fermarsi.

Attenzione: un dipendente di banca, che sia anche un private, ha solo il primo dei due requisiti indispensabili: una solida (e non sempre solida) formazione. Manca di una dose di esperienza sul campo.

Ti affideresti a un pilota alle prime armi?
Gli affideresti la tua Audi RS6+ da 705 cavalli?

Scommetteresti su di lui?

Non pensi sarebbe il caso che prima facesse la sua gavetta sulla macchina di qualcun altro?

Gli affideresti i tuoi soldi per tornare al paragone con il mondo finanziario?
Per “allenarsi” e fare esperienza?

Sempre durante il viaggio di ritorno mi sono divertito molto a pensare come le diverse categorie di autisti si rispecchino in altrettante tipologie di consulenti finanziari. Da questo ragionamento, iniziato per gioco, ne sono uscito preoccupato. Troppe persone sono a rischio sui mercati. Tra questi potresti esserci anche tu.

– guardati le spalle da chi ha fretta di farti investire

Avrai sicuramente un amico che rispecchia “l’automobilista sempre di fretta”: ansioso, scattoso, sempre vicino al “fondoschiena” dell’auto che lo precede. Si lancia in sorpassi a più non posso ogni volta che è possibile e anche quando non è possibile. Cerca i recuperare tempo in strada, sbuffa ogni semaforo rosso, sgomma al verde come se fosse sulle linee di partenza di un Gran Premio.

I veri piloti vanno veloci per vincere, non perché hanno fretta!

Il suo corrispondente consulente finanziario, ha sempre l’ansia di dover cambiare strategia, si spinge al limite del rischioso senza conoscere bene le conseguenze, ma solo per il gusto di fare “il sorpasso”. Si deprime quando le quotazioni di mercato sono in rosso, mentre si esalta ad ogni verde ventilando grandi performance quando il segno positivo rende tutto più semplice. Non si da tempo. Eppure il tempo è il fattore principale per un investitore.

È il dipendente bancario che deve seguire i budget definiti a inizio anno
e corre il più possibile cercando freneticamente di sfruttare tutte le opportunità.
Per fare le cose di fretta ti ha chiesto quali sono le tue esigenze?
Avrà fatto bene i conti?
– guardati le spalle da chi non si prende mai la responsabilità

Poi c’è l’automobilista sempre arrabbiato che ha una “buona parola” per tutti i malcapitati che incontra sulla sua strada che non ha mai colpa di niente, ma che è sempre e costantemente vittima della negligenza diffusa degli altri autisti. Beh avrai sicuramente avuto a che fare con un private che di fronte a perdite negli investimenti ti ha trovato qualsiasi causa che sia altro rispetto alle sue competenze. La politica, il meteo, il terrorismo…tutto sempre inaspettato.

– guardati le spalle da chi non si muove senza autorizzazione

“l’automobilista ligio alle regole” fa esattamente quello che l’istruttore di scuola guida gli ha insegnato. Solo che appena si trova su una strada dissestata o gli si accende un simbolo sul cruscotto che non ricorda va nel pallone.

È il caso di quei ragazzotti seduti dietro alle scrivanie di un istituto di credito che hanno una serie di istruzioni assegnate dall’alto e che le seguono alla lettera.
Come faranno a superare gli ostacoli improvvisi per i quali è necessaria la prontezza di riflessi?
– guardati le spalle da chi aspetta troppo ad affrontare una situazione

“donne al volante pericolo costante” è uno stereotipo ritenuto vero anche dalla maggior parte delle donne che conosco. Non c’è niente da fare, il genere femminile ha pregi e potenzialità illimitate (passatemi la marchetta, sono circondato da donna sia in famiglia sia al lavoro), ma se c’è una cosa in cui l’uomo è migliore è la guida. Non la starò a fare tanto lunga, mi limito a dire che solo nella manutenzione dell’auto siamo su due diversi pianeti. Una donna si ferma in carrozzeria quando proprio il volante le è rimasto in mano, fregandosene se prima la malcapitata autovettura ha fatto di tutto per esprimere i problemi.

E ora dimmi: quale dipendente bancario ha mai preso in mano la tua posizione
se non in situazioni di emergenza?

Non sto assolutamente facendo alcuna distinzione di genere, il paragone con le donne al volante mi serviva solo per renderti l’idea.

E quasi quasi credo non ti abbia chiamato nemmeno in quelle ma ha cercato di far passare la perdita sotto silenzio? Cosa impossibile del resto.

– guardati le spalle da chi è titubante, ma cerca apparirti prudente

“chi va piano va sano e va lontano” è la categoria rappresentata alla grande dalla mia mamma. Ha sempre guidato con prudenza, di gran lunga al di sotto del limite di velocità: gli unici tamponamenti che ha mai fatto sono quelli subiti dai moscerini per moderata lentezza. Qui c’è l’investitore prudente che si sente tranquillo solo a consigliarti posizioni senza né arte né gloria, con poco rischio e poco guadagno.

Come fa un dipendente di banca a prendersi il rischio di uscire dalle linee guida imposte dall’altro? Non avendo mia vissuto i mercati?

Nemmeno gli conviene!

Inutile dire che in pista ci vanno i piloti. Quelli che le auto le guidano di mestiere.
Ecco perché sui mercati di dovrebbe andare solo chi lo fa di mestiere.

E in questa categoria rientrano (purtroppo dico io) tutti i consulenti finanziari sulla piazza.

Inutile dire però che le gare le vincono i piloti con il pelo sullo stomaco, forgiato da tanta pratica a supporto dell’indispensabile teoria. E in questo caso nessun dipendente di banca fa il caso nostro. O meglio, fa il caso tuo.

Perché un pilota che si mette in pista con solo la teoria alle spalle, metti pure che sia delle migliori formazioni, di fronte a un ostacolo deve comunque testare la macchina e le sue potenzialità.

Un pilota che invece di ostacoli e di curve ne ha affrontate e ri-affrontate di tutti i tipi non ha esitazioni.

La mia esperienza a Wall Street e nella gestione di grandi patrimoni, oltre ai Masters conseguiti che a fronte del vissuto sul campo impallidiscono, i viaggi che costantemente faccio per restare sempre aggiornato mi hanno permesso di elaborare una mia personale strategia. Se ti interessa approfondire l’argomento clicca qui per ricevere gratuitamente un capitolo “assaggio” del mio libro, in cui si parla proprio della mia esperienza alla borsa di New York e di come aver vissuto quei luoghi mi hanno permesso di intervenire tempestivamente durante l’attentato dell’11 settembre quando ero sui mercati con la gestione di 5 miliardi di euro (sono due i capitoli in questione, è davvero un super regalo).

Non ho bleffato quando all’inizio ti ho detto che ho vinto il premio come miglior pilota tecnico di quella sessione di guida veloce.

Proprio non me lo aspettavo ma il riconoscimento mi ha gasato parecchio. In realtà, l’unico merito che ho avuto nel guadagnarmelo è stato quello di affidarmi completamente al pilota e ai suoi suggerimenti a differenza dei miei compagni di corso. Seguirlo giro dopo giro, mi ha portato a performance incredibili che non credevo possibili e alla sensazione di saper gestire al meglio la macchina. Non ho mai tentennato e non ho mai messo in dubbio la sua preparazione.

Devi poterti affidare a qualcuno di cui non hai dubbi sulla preparazione,
seguire i suoi suggerimenti.
Anno dopo anno, investimento dopo investimento.
Solo così potrai godere di un grande risultato.

Non ti dico che devi assolutamente venire da me, conosci qualcun altro che abbia avuto esperienza a Wall Street? (Scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”).

O che abbia gestito miliardi? Perché in quel caso devi assolutamente sentire anche il suo parere.

Se invece la gestione del tuo patrimonio è fatta da “piloti a metà” cioè da consulenti che di pratica non ne hanno avuta, vieni a trovarmi.
Prima che un incidente di percorso rovini la tua posizione patrimoniale
e tutto quello che hai costruito.
Rovini la tua vita.

Durante il corso ci hanno spiegato che uno dei più grossi errori è che si guarda sempre poco al di sopra il cofano della propria macchina. Invece bisognerebbe guardare anche oltre per impostare meglio la traiettoria e ottenere risultati più performanti. In questo modo si sfrutterebbero al meglio le potenzialità della vettura in una situazione di maggiore sicurezza.

Tradotto in linguaggio finanziario: gli investimenti si dovrebbero organizzare seguendo un piano a lungo periodo, non facendosi prendere dalla foga del momento come accade per chi non ha reale esperienza sui mercati. È molto comodo assecondare mode passeggere o guardare nel breve periodo, ma è altrettanto rischioso.

Se tu fossi un appassionato di Formula Uno su chi scommetteresti?

Se tu avessi un patrimonio da investire su chi punteresti?

Conosciamoci.

Scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

A presto!

Luca Ruini

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