Sono appena tornato dalla Cina e sono molto preoccupato. Ti mostro perchè

“Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali.
Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura”

Sun Tzu
“L’arte della Guerra”

È stato quando ho riacceso il cellulare dopo 15 ore di volo, al netto di quelle passate in aeroporto per lo scalo intermedio ad Hong Kong, che ho davvero realizzato di essere dall’altra parte del mondo.

Google e WhatsApp inutilizzabili, rendevano il mio iPhone silenzioso in modo surreale: dopo tante ore spento era impossibile che non mi desse segnali di mail e messaggi.

Eppure il suo insolito mutismo mi aveva fatto capire che era il momento di abbandonare gli strumenti occidentali per abbracciare quelli della cultura che mi avrebbe ospitato.
Devo dire che ne ero restio. Sapevo ovviamente cosa non avrebbe funzionato e cosa avrei dovuto utilizzare, ma, legato come sono agli strumenti del mio quotidiano, pensavo di dover fare un salto all’indietro, nel secolo scorso.
Invece il salto c’è stato, sì ma nel futuro.
Non me lo aspettavo.

Mai avrei pensato di restarne così impressionato.

La tecnologia era così innovativa ed efficiente da rendere superflui quasi tutti oggetti che portiamo sempre in tasca (come il portafoglio ad esempio). Tra poco mi spiegherò meglio.

Tecnologia e numeri! Numeri da capogiro, numeri di cui dalle nostre scrivanie non abbiamo consapevolezza, numeri che possono davvero influenzare tutto il nostro futuro (lo stanno già facendo).

Numeri che fanno paura.
Numeri che fanno gola.

No non ero sbarcato in Eldorado o nel paese dei Balocchi.
Mi trovavo al terminal di Shanghai International Airport.

Conosco bene quel mercato, mai uguale a quando l’ho visitato l’ultima volta.
Affascinante quanto angosciante soprattutto se si fanno paragoni.

Dall’Italia non si ha realmente idea delle proporzioni del mercato cinese e tanto meno di cosa realmente lo guida.
Chiunque ha una personale idea sulla Cina, frutto di conoscenze solitamente apprese da libri, speciali televisivi, e riviste più o meno attendibili (per i più fortunati anche da viaggi di lavoro).

C’è chi ha paura e chi invece si stupisce, c’è chi la osserva con diffidenza chi invece le si ci avvicina con fiducia…

Con chi abbiamo a che fare? Con Dottor Jekyll, Mister Hide o con entrambi?

E in termini di investimenti, che è poi dove voglio arrivare…minaccia o opportunità?

Io ho le idee chiare.
E le voglio condividere con te attraverso alcuni eventi vissuti là, perché sono molto più illuminanti di 1000 teorie. Eventi che, come tanti tasselli di un puzzle, compongono un quadro che ti lascerà senza parole.

Partendo da un’importantissima premessa. Ti rendi subito conto che le risposte ottenute da dietro una scrivania non hanno alcun senso quando metti piede in quelle strade, in quei salotti, in quegli uffici…in quella Borsa.

Quando, per anticiparti un esempio, si ha la possibilità di stringere la mano con il gestore cinese di Franklin Templeton che ti mostra dal vivo come si comporta il mercato cinese e per quale motivo.

Perché ho avuto accesso a tutto ciò? Perché la mia esperienza nella borsa di Wall Street e la mia rete di contatti mi permettono di partecipare da protagonista al gioco spietato della finanza e di affinare continuamente una precisa strategia che metto al tuo servizio.

Torniamo a Shanghai.

Poco tempo fa, il prodotto cinese ha invaso il nostro mercato con imitazioni a basso prezzo.
Ma si trattava solo di una tappa della rivoluzione che la Cina sta mettendo in atto.

E non parlo di una rivoluzione qualsiasi, ma di una rivoluzione copernicana in corso:
no basso prezzo, no bassa qualità, ma alta (altissima!) tecnologia.

Pensi che io stia dando i numeri? Hai ragione, è esattamente quello che sto per fare.
Eccoli.

Pilastro numero 1
7 milioni di nuovi laureati all’anno

La Cina ogni anno, può contare su 7 milioni di nuovi laureati.
La cifra che nero su bianco sembra quasi amichevole, fa rabbrividire se consideriamo che in Italia la popolazione totale (ripeto totale) è di 60,5 milioni (dati Istat aggiornati al 1/1/2018): in 9 anni (che sono davvero pochi!) i laureati cinesi saranno tanti quanti tutti gli italiani, bambini e anziani compresi.

Ma non è finita qui (magari!): ai circa 80 mila laureati americani in ingegneria all’anno si contrappongono i quasi 3 milioni di laureati in ingegneria della Cina sempre annuali. Non c’è proprio storia!
Da qui è già piuttosto chiaro chi, nei prossimi anni, avrà la meglio nella sfida tecnologica!

È questo il vero problema con cui Trump deve fari i conti (altroché i dazi!)…

Pensa che secondo le proiezioni dell’Ocse al 2030 l’oriente scalzerà il titolo all’Europa di “culla di scienze e fliosofia”.
Secondo l’Ocse, nel 2030 Cina e India potranno contare addirittura sulla metà dei laureati tra i grandi paesi del mondo: il 50% di tutti i laureati nel paesi Ocse-G20 saranno nati in India e in Cina. Nel decennio in corso la percentuale di dottori indiani e cinesi si ferma al 31%.

“Sono tanti, sono bravi, si applicano, sanno lavorare insieme e hanno fame” per dirla con le parole che ha usato Alberto Forchielli fondatore e partner del fondo di Private Equity Mandarin Capital.

Posso confermare.

Pilastro numero 2
Forte orgoglio nazionale e voglia incredibile di crescere

  • Spirito imprenditoriale.
  • Volontà di fare.
  • Entusiasmo.
  • “Fame”.

Questo è quello che ho riscontrato in ogni persona con cui ho parlato a Shanghai che rispecchia lo spirito di un intero Paese insieme a un forte senso di inclusione e di appartenenza.

Poi è anche vero e va tenuto conto che Shanghai non è la Cina, ma solo una “piccola” porzione.

Negli ultimi 25 anni i cinesi hanno visto un’evoluzione fortissima per questo ciascuno ha una, e una sola, priorità: EMANCIPARSI.

Prendi un piccolo imprenditore cinese con un buon prodotto e mettigli a disposizione il mercato di Shanghai che vanta 30 milioni di persone…
(Sì, solo Shanghai rappresenta metà del mercato italiano).

Se poi il suo prodotto ha successo anche in un’altra città nei paraggi, ecco che si trova ad avere a disposizione un mercato di dimensioni pari a quello italiano in due sole città.

Vuoi mettere la differenza sia di masse di clienti sia dal punto di vista finanziario!
Dei flussi di cassa! Della capacita di ricerca e sviluppo!

Diciamo che in Cina “basta” saperci fare! Con un’atmosfera e un mercato così (mi sembra quello dei nostri anni ’60), chiunque di noi sarebbe entusiasta! Ed è quello che succede a chiunque di loro!

Fa così impressione da non sembrare possibile.

Ho tanti clienti che vanno con regolarità in Cina e confermano la sensazione di sbarcare sempre in un paese diverso. Da un anno all’altro il suo volto cambia e si evolve in modo radicale sia dal punto di vista ambientale e delle infrastrutture, sia dal punto di vista del business.

Le opportunità sono talmente tante che nelle aziende c’è una grande “fluidità” nei posti di lavoro.

Pilastro numero 3
18 miliardi di dollari il fatturato di una start up

Sì hai letto bene, loro le chiamano start up! Per noi un’azienda appena nata che si presenta come concorrente a un colosso affermato, tra un attimo saprai di cosa sto parlando, sicuramente non ha il fatturato di un’azienda leader!

Questa è un’ulteriore conferma di quanto ti raccontavo qualche riga fa.

La “start up” in questione è ByteDance, una società cinese di tecnologia Internet che gestisce diverse piattaforme. Si presenta come il principale concorrente di WeChat, il servizio di comunicazione per dispositivi portatili, sviluppato dalla società cinese Tencent: un’internet company di piattaforme web, videogiochi, social network…

È proprio WeChat il primo dispositivo che ho dovuto installare sul mio cellulare per far sì che riprendesse le sue funzioni.
E se pensi che non abbia niente a che fare con il nostro WhatsApp è vero, ma in negativo (per noi)! La nostra App è altamente superata!
Mark Zuckerberg, proprietario di WhatsApp e Facebook, sta tentando di capire come duplicarla.

Senti qui.

Se non hai WeChat in Cina non esisti.
L’applicazione contiene tutti i documenti personali e crea un’identità digitale che viene utilizzata come riconoscimento. Senza di lei non vai da nessuna parte.
Ad esempio, è il principale strumento di pagamento tanto che nessuno più gira con il portafoglio in tasca (l’unica eccezione sono gli stranieri).

Quando dico che se non hai WeChat non esisti è proprio così.
Persino un mendicante per ricevere l’elemosina mostra il suo WeChat al donatore che “spara” l’importo da devolvere! (E noi che siamo ancora al cappello appoggiato per terra!)

Inoltre, se pensi che le nostre piattaforme digitali e i nostri social network vivono di pubblicità, per WeChat gli introiti pubblicitari sono meno del 20%.
Tutto il resto viene dalle transazioni!
Per di più, e di nuovo mi ripeto, i numeri sono impressionanti.

80 milioni di transazioni al giorno realizzate
da 1 miliardo e 100 milioni di utenti connessi ogni giorno con WeChat.

Bisogna ammettere che cambia completamente il paradigma di fronte a un mercato così evoluto e ricettivo.

Pilastro numero 4
Tecnologia del futuro già a disposizione

Non posso parlarti in queste righe, per la riservatezza delle informazioni, ma lo farò volentieri quando ci vedremo, di quello che ho imparato frequentando un centro di ricerca finanziato dal governo. Posso dirti che, per chi come me ha pensato che abbandonare WhatsApp o Google anche solo per qualche giorno si sarebbe rivelato un disastro…beh non solo si è dovuto ricredere, ma nemmeno li abbiamo rimpianti.

C’è solo la questione che usando le loro App, si ha quella la sensazione di essere controllati che non ti fa sentire proprio a tuo agio.

Nelle mail ad esempio non riuscivo a inviare gli allegati mentre per qualsiasi ricerca funzionava solo Baidu, il motore di ricerca in sostituzione di Google.

Impossibile avere nostalgia di Amazon quando Alibaba è talmente avanzato da far impallidire l’azienda statunitense a cui siamo abituati e che utilizziamo decantandone i vantaggi.

Una competizione per altro già ai ferri corti se si pensa che Amazon (il grande colosso mondiale!), qualche mese fa ha dovuto annunciare l’abbandono del mercato cinese: la sfida competitiva con Alibaba è già stata persa…

Sono stato tra i pochi al mondo ad avere avuto accesso alla sede principale di Alibaba a Hangzhou e quello che ho visto merita un approfondimento a parte che farò a breve perché ti devo proprio portare con me “dentro” a quel sistema.

Ti serve taxi? Al posto di Uber basta utilizzare Didi l’impresa di rete di trasporti cinesi che fornisce veicoli e taxi da chiamare in Cina con applicazioni via telefono cellulare. Vuoi mettere? Senza parlare una parola di cinese hai già prenotato, pagato e selezionato il tragitto. Praticamente potrai fare tutto in religioso silenzio.

Un’imitazione per tutto?
No una evoluzione per tutto.

Pilastro numero 5
Cultura e tradizione: 8 e 4 i numeri che valgono (o non valgono) una fortuna

Se l’utilizzo di strumenti diversi non è un segreto, la cultura e la tradizione nascondono tanti elementi che non rappresentano solo semplici curiosità, ma sono fondamentali nel rapporto con la Cina.

Prendiamo l’esempio dell’automobile.
Qui in Italia se decidi di acquistare un’automobile per prima cosa vai in concessionaria.

A Shanghai invece quello che ti serve è partecipare all’asta pubblica delle targhe per accaparrarti una di quelle 20 mila al mese che il governo mette a disposizione. Decisamente poche se consideri una popolazione di 30 milioni di persone tra i dati ufficiali e non ufficiali. Solo dopo aver pagato la targa, potrai procedere all’acquisto della macchina.

Il numero è davvero limitato per evitare che le auto invadano le strade, l’inquinamento raggiunga livelli impossibili e per incentivare l’uso dei mezzi pubblici.

Se hai intenzione di acquistare una macchina elettrica la tua targa sarà verde, verde e bianca per un’auto ibrida e bianca se il motore sarà termico (quindi a benzina o diesel).

Nessuno fa a spintoni per avere nella targa il numero 4 simbolo di sfortuna, considerato di cattivo auspicio perché la pronuncia è simile a quella della parola “morte”.

Per il numero 8 invece, si è disposti anche a spendere cifre folli (anche 15 o 20 mila euro solo per la targa! Poi c’è da acquistare l’auto!): del resto, così simile al simbolo dell’infinito, è sinonimo di prosperità e ricchezza.

Se stai pensando che siano dettagli, dovrai ricrederti. Anche solo sbagliare un nome può essere letale! Alla luce di questo, chi comprerebbe mai una BMW X4? O un’Audi 4?

Ho parlato di macchine di un certo livello di proposito. In Cina l’automobile è ancora oggi uno status symbol: più è grossa, meglio è. Anche se l’investimento è così importante che spesso si condivide l’acquisto con più famiglie. Infatti di solito ci si sposta con i mezzi pubblici (ci sono 15 linee della metro) o in motorino, rigorosamente a motore elettrico.

Hai capito perché in Cina la Fiat non ha un così grande successo a differenza di Audi, BMW, Mercedes e così via?

Se non sai la cultura non fai business.
Queste nozioni sono fondamentali per fare un qualsiasi tipo di investimento
anche industriale.

Anche quello sulla fortuna! Se da bravo occidentale quando hai letto le considerazioni sul 4 e sull’8 hai pensato che bisogna lavorare e non pensare a queste “sciocchezze”, stai sbagliando prospettiva!

È famoso il caso dell’Hotel Intercontinental di Hong Kong che nella sua prima realizzazione non aveva tenuto conto dell’architettura Feng Shui. Cos’è Feng Shui? È un’architettura che definisce l’armonia della struttura nel rispetto della credenza cinese dedicata alla devozione alla natura e agli spiriti che la popolano.

Cavolate? Ti chiederai.

Niente affatto!

Non seguirla si è rivelato disastroso: grandi investimenti e nessun cliente che volesse alloggiare in un posto influenzato dalla negatività perché non permetteva il passaggio dello spirito della montagna e dei 9 dragoni (protagonisti di numerose leggende cinesi).

L’unica soluzione per il rilancio dell’investimento è stata quella di affidarsi a un architetto Feng Shui che ha così cambiato il destino dell’holtel altrimenti volto al fallimento.

Ora, con un piano (aperto) dedicato al passaggio dell’influenza positiva e numerosi accorgimenti per far sentire a proprio agio lo spirito dei 9 dragoni, tutti scrupolosamente elencati nel sito di presentazione dell’hotel (controlla per credere a questo link) l’albergo è uno dei più ambiti e con un tasso di occupazione più alto di Hong Kong.

Ma ci sono altri aspetti che vanno tenuti in considerazione oltre alla fortuna.

Pilastro numero 6
Cultura e tradizione: niente criminalità

Con la pena di morte per omicidio o per chi violenta una ragazza minorenne c’è poco da far i furbi. Ma non si scherza nemmeno sui reati minori come il furto o l’accattonaggio.

I poliziotti sono ovunque anche in borghese.
Mi è capitato di essere seduto al tavolo esterno di un pub, quando un ragazzo ha cominciato a rovistare in quello vicino che i clienti avevano appena abbandonando. Neanche il tempo di capire cosa cercasse che due agenti vestiti da civili lo avevano già portato via.

Pilastro numero 7
Cultura e tradizione: scarsa conoscenza dell’inglese

Sono educati, rispettosi, ma non parlano inglese, giustamente se ne sbattono.

Il problema è che non si capiscono granché nemmeno fra di loro per via dei due tipi di cinese (mandarino e cantonese) con cui devono fare i conti e in più, per complicare le cose, del gran numero di dialetti che rendono differenti le pronunce di una stessa parola.
Nelle grandi città è usanza tirare fuori tra di loro carta e penna per scrivere quello che a voce risulta incomprensibile. Film e telegiornali sono sottointitolati in cinese.
Il che fa un po’ strano, ti dirò.

Le incomprensioni linguistiche creano un po’ di caos in un flusso così ordinato di persone, tradizioni, idee.
Ma non ne scalfisce la massa critica su cui si possono veicolare prodotti e servizi.

Pilastro numero 8
La consapevolezza della propria forza li porta ad aprirsi al mondo

Mi sento quasi di affermare che la Cina vuole conquistare il mondo.
Il punto è che la Cina basterebbe a sé stessa!
Anzi basta e avanza a sè stessa.

È così sicura di sé stessa che il primo ministro Cinese Li Kequiang (il numero 2 della Cina dopo il presidente Xi Jinping) ha stabilito che il

2020 sarà l’anno in cui la Cina toglierà il limite
alle partecipazioni azionarie straniere nelle società cinesi.

Il 2020 è il prossimo anno!
Non tanto lontano…
…anzi estremamente vicino e in anticipo rispetto alla data prevista.

C’è da chiedersi: la Cina è ancora quello che Alberto Forchielli nell’intervista a cui ho fatto riferimento poco più su, definiva il più “antiliberale dei regimi”? Probabilmente sì.

Ma, con questa nuova “apertura” è anche così convinta della propria forza da offrire il fianco alla concorrenza internazionale.

Da una parte controlla tutto e chiude tutto, dall’altra invita e accoglie con “estrema” tranquillità la concorrenza straniera.

Come ci dobbiamo comportare?
Mi difendo dalla minaccia o provo a cogliere l’opportunità?

Un’ultima pillola prima di concludere e rispondere.

Pilastro numero 9
Alta e rapida capacità decisionale: la Cina fa sempre quello che dice

Con i disordini di Hong Kong di questi mesi, è notizia degli ultimi giorni la decisione del governo cinese di spostare tutto il baricentro finanziario da Hong Kong a Shenzhen a 30 km di distanza, per farla diventare la principale città industriale cinese entro il 2025.

Non solo: entro il 2035 il piano è quello di farla diventare una delle più importanti metropoli a livello mondiale.

Hai capito di cosa stiamo parlando? O meglio di cosa stanno parlando?
Hanno la forza e le risorse per farlo. E ti assicuro che lo faranno.

Se pensi che il governo italiano discute per anni e anni se fare o meno certe infrastrutture, la Cina è davvero un altro pianeta.

Ecco il quadro completo
La Cina sta cambiando i connotati del mondo,
ma potrebbe farlo anche con quelli del nostro portafoglio

In poche parole ecco il quadro completo che emerge mettendo insieme tutti gli elementi di cui ti ho parlato.
Questa è la Cina in pillole:

  • In prospettiva (nel 2030) potrà contare sulla metà dei laureati in tutti i paesi del mondo.
     Oggi ne conta 7 milioni all’anno.
  • Società con spalle finanziarie gigantesche.
  • Tecnologia talmente all’avanguardia che i leader dell’occidente stanno cercando di copiare (eppure avevamo la sensazione del contrario!)
  • Aiuti statali importanti (non briciole) alle aziende che investono nella crescita della Cina.
  • Un forte orgoglio nazionale e straordinaria voglia di fare della gente.
  • Una cultura e una tradizione così radicate che la proteggono dalla concorrenza esterna.
  • Alta capacità decisionale e consapevolezza della propria forza.

Ecco perché, per come la vedo io,
fedele a quella che è la mia diretta esperienza,
in un’ottica di investimento la Cina è un’opportunità.

Con i dovuti distinguo e precauzioni che vanno inserite all’interno della strategia di gestione del portafoglio.

Ti saluto con un’altra citazione.

“Se non si conoscono i piani dei signori vicini, non si possono stringere alleanze;
se non si conosce la conformazione di monti e foreste, paesaggi pericolosi e acquitrini,
n
on si possono muovere eserciti…
Si rifletta con cura prima di muoversi;
vince chi per primo conosce le strategie dirette e indirette”

Sun Tzu
“L’arte della Guerra”

A presto!

Luca Ruini

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