L’arma a doppio taglio delle “novità”. Come riconoscere la più grande trappola degli investimenti in innovazione tecnologica e sfruttarla a tuo vantaggio

La prima volta che misi piede nella sala operativa della borsa di Tokyo, per me fu un vero shock. Un misto di nostalgia e stupore.

Sarà perché ero abituato a quella di Wall Street “vecchio stile” fatta di urla e spintoni.
A 34 anni ho lavorato come trader nell’NYSE (New York Stock Exchange) per la Lehmann Brothers quando era riconosciuta come la miglior banca del mondo. Era il 2001 e il pit, così si chiama la sala delle contrattazioni, era una vera e propria bolgia. Grida, spinte, corse per duelli “al primo o all’ultimo sangue”. Ricordo benissimo, in contrasto con quello che la gente si immagina, di aver usato le scarpe eleganti solo il primo giorno, quando ero ignaro di cosa avrei trovato. Dal secondo in poi, come tutti gli altri trader, le lasciavo nel guardaroba all’ingresso per indossare quelle da ginnastica, pur tenendo camicia e cravatta.

Insomma era un totale casino. Pensare velocemente, arrivare prima degli altri, contrattare e ricominciare immediatamente la sequenza da capo.

E si correva, ancora e ancora, fino alla chiusura quando il pavimento era completamente coperto di carta dai foglietti di compra vendita e da bicchieroni di caffè.

Da quella mia iniziale esperienza del 2001 devo dire che anche la prima borsa del mondo si è data una regolata. Oggi Wall Street ha monitor, computer, tablet e l’informatica ha soppiantato corse e molte urla. Ma è comunque caotica. Si chiacchiera, si telefona, ci si muove in modo disordinato.

Quando sono entrato alla Tokyo Stock Exchange sono stato colpito da un silenzio assordante che ha suscitato in me un’ondata di nostalgia.

La borsa di Tokyo è un luogo quasi mistico, ordinato e pulito. Ovattato mi viene da dire.

Circa 10 impeccabili operatori comodamente seduti davanti ai monitor controllano se ci sono anomalie sulle transizioni che avvengono nel mercato giapponese. E questo è tutto. Solo movimenti e spostamenti strettamente necessari e niente conversazioni.

Come mi sono mancate le grida a cui ero abituato! A New York non avevo mai rimpianto la bolgia della borsa “vecchia versione”, ma qui…qui era tutto troppo diverso. Meno folcloristico, terribilmente evoluto…mi sono quasi sentito vecchio…quasi eh!

In effetti è perfettamente in linea con la personalità della capitale dell’oriente. Vivendo le sue abitudini e tradizioni sono rimasto molto colpito dalla marcata cultura in cui la disciplina e il rispetto delle regole sono al primo indiscutibile posto.

Non starò qui a fare un trattato di antropologia o sociologia, ma ogni volta che entro a contatto con una nuova realtà si rafforza in me la convinzione che per conoscere davvero qualcosa la devi vivere. Non leggere, non studiare, non guardare. VIVERE.

Per poter operare nella borsa di Tokyo devi sapere come funziona, ma devi anche esserci stato. Solo così puoi sapere con precisione come muoverti. Idem per Wall Street e via discorrendo.

Il mercato si presenta ogni giorno su monitor luminosi, con cifre su cifre, verdi e rosse, lampeggianti o statiche. Sono tutte uguali per tutti.
Eppure solo chi ha vissuto le realtà che quello che deve mettere in atto a un rosso del mercato americano non è lo stesso di come dovrebbe “trattare” ad esempio un segno negativo del mercato giapponese!
Non parlo delle modalità, parlo dei tempi, delle strategie, del metodo.

Come si fa ad operare in borsa se non ci hai mai messo piede dentro?

Chiedi al tuo Private banker se è mai stato in una qualsiasi borsa del mondo!
Credo non lo abbia mai fatto nemmeno da turista (che poi non sarebbe sufficiente, tutto avviene dove il pubblico non è ammesso).
Ma già sarebbe qualcosa.

Credo fortemente che il lavoro di un consulente finanziario non possa prescindere da questo.

Capisco che nell’era dei social sia una posizione piuttosto controcorrente, ma credere davvero che il Web abbia portato il mondo sul palmo della mano è una trappola pericolosissima.

Il settore finanziario è un mondo riservato e impenetrabile.

Mostra solo una piccole parte delle sue molteplici sfaccettature al di fuori: se non ne fai parte dall’interno, ci sono molte cose che non vedrai mai.

Non solo: ma non è nemmeno accessibile in differita. O ci sei dentro, o sei fuori.

O sei con le mani nei mercati, o sei fuori dai mercati. Il modo migliore per trascinare gli investitori alla rovina è quello di rimanere sempre dietro a una scrivania, pensando di essere “dentro” i mercati. Eppure, guarda caso, è quello che fanno quasi tutti…

Prenderesti mai del materiale per la tua azienda senza averlo testato?
Io credo proprio di no.
Investiresti in qualcosa che non conosci?
Anche in questo caso penso di conoscere la risposta: no. È per questo che ti affidi a un professionista. Perché è in grado di avere informazioni e strategie di operare che tu, non essendo giustamente del settore, non avresti o non hai approfondito.

Eppure…un dipendente bancario prende le informazioni proprio dove le potresti avere tu…sui giornali, internet e altre fonti pubbliche.

Diamogli il plus di qualche obbligatorio corso di formazione. E opera sul mercato con quelle nozioni. Ha il vantaggio, rispetto a te, che lo fa tutti i giorni.

Stop.

In sostanza è come affidare una decisione vitale per la tua impresa ad un operaio, che, pur con tutta la buona volontà, non è mai uscito dalla fabbrica e non sa come gira il mondo là fuori.
Anzi! Un operaio, che lavora con le mani in pasta, sarebbe molto più competente di un Private bancario che di prodotti non ne ha mai toccati realmente uno.

A questo proposito mi viene in mente un altro esempio sempre legato al Giappone.

Si parla tanto di industria 4.0 dove i robot industriali hanno sostituito l’uomo nelle attività più faticose. Su riviste di settore, tecnologiche e finanziarie, si parla dell’esoscheletro come una delle nuove frontiere della tecnologia: in sostanza un “cyber vestito” che l’uomo indossa con facilità e che lo supporta nelle attività più faticose o di estrema precisione. Da costumi di metallo che ti permettono di sollevare pesi superiori a 100 kg a occhiali che proiettano informazioni o oggetti sotto forma di ologrammi potenziando il senso della vista e del tatto.

Nell’ultimo viaggio a Tokyo, durante una visita al centro di ricerca della Panasonic ho potuto toccare e testare quell’esoscheletro di cui tanto si parla (vedi foto all’inizio dell’articolo).

In quella parte del mondo, il futuro raccontato dai media esiste già oggi.

C’è un altro caso ancora più impressionante.

Durante un altro dei miei incontri di business, mi sono seduto al posto di guida di una autovettura elettrica con una tecnologia infinitamente più all’avanguardia rispetto a quella ad induzione della Tesla. Ho messo in moto e testato il suo funzionamento.

Ne sono rimasto davvero colpito. Per tutti noi la Tesla è la società più evoluta e proiettata al futuro in quel campo. Invece esistono tecnologie ancora più nuove.
Le ho fisicamente provate.
Esistono!
E ci sono multinazionali di software e automobilistiche che stanno ragionando su quando metterle sul mercato.

Cosa significa?

 Significa che si sono realtà che producono tecnologie ancora più avanzate
rispetto a quello che tutti noi riteniamo essere il non plus ultra!

 Tradotto in termini finanziari significa che stai correndo il rischio
di investire in qualcosa di vecchio.
E nessun business è mai stato fatto in quel modo.

Non ti sto dicendo che in banca ti propongono investimenti vecchi, ti sto dicendo che è probabile che io abbia qualcosa di ancora più avanzato. Anzi, ne sono sicuro!
Come può un metodo di lavoro obsoleto, come quello che viene adottato in banca, con Private e dipendenti che non mettono mai fuori il naso dai loro uffici, sfruttare opportunità di business che non sono ancora state svelate?

E che saranno svelate solo quando i veri business saranno già stati calamitati da nuove sfide?

Non pensi che i tuoi investimenti meritino qualcosa di esclusivo?

Ecco perché ci dovremmo conoscere.

Per cominciare puoi scaricare il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

Troverai i dettagli della mia esperienza a Wall Street di cui ti ho accennato all’inizio dell’articolo. Quell’esperienza è ciò che ha forgiato le chiavi che uso per entrare nei luoghi più esclusivi della finanza nel mondo. Ciò che, con gli anni e tante altre esperienze di cui ti parlerò, mi hanno anche portato agli incontri estremamente riservati che ho potuto fare durante il mio viaggio a Tokyo che ti ho appena raccontato.

A presto

Luca Ruini

PS:

Al mio rientro da Tokyo ho ripreso tra le mani gli articoli che avevo conservato sull’esoscheletro. In uno di quelli c’è un passaggio finale in cui si spiega che ci sono anche consulenti di una banca on line (già “banca on line” mi fa venire i brividi) che, cito testualmente “ascoltano il cliente mentre gli occhiali proiettano davanti a loro informazioni sulla sua propensione al rischio, o su eventuali investimenti già attivi. Mentre un robot advisor dotato di un’intelligenza artificiale assiste il consulente nell’elaborazione di una proposta di investimento”.

Intelligenza artificiale nell’elaborazione di una proposta di investimento…arghhh!
Invece di mandare i dipendenti nel mondo reale, li fanno addirittura affiancare da un’intelligenza artificiale? Non credo tu abbia bisogno che io scriva quello che penso. Sono sicuro che siamo sulla stessa linea d’onda e che ci siamo già capiti…

PPS:

Non sono un detrattore dello sviluppo tecnologico! Anzi, come ti ho raccontato poco sopra sono sempre in campo per conoscere tutto quello che viene pubblicizzato e soprattutto che ancora non è conosciuto da tutti.

Penso che la tecnologia debba essere di supporto alla vita reale, non un surrogato.

Tutte le astrazioni, illusioni, trappole e opportunità del mondo finanziario sono alimentate dalla realtà. Ed è la realtà che va toccata e conosciuta.

Invece che chiudere sempre più le porte degli uffici e rendere le poltrone sempre più comode, la banca dovrebbe buttare giù prima i suoi muri per poi provare ad abbattere quelli che li separa dai veri luoghi esclusivi del business. Purtroppo si sta muovendo nella direzione opposta.

Per questo, prima che sia troppo tardi dovresti venire a parlarne con me.

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