Pillole tecniche: BTP Italia, cosa si nasconde nei dettagli che dovresti proprio sapere

Chi ha paura dell’inflazione?
O in altre parole: chi ha paura della perdita del potere d’acquisto del proprio capitale?
Beh la risposta ovvia e corretta è: tutti.

Ecco perché BTP Italia, il titolo a 8 anni emesso dallo Stato agganciato all’inflazione italiana, sta riscuotendo un grandissimo successo con una raccolta di oltre 5,8 miliardi di euro nella seconda giornata per il retail (la sottoscrizione aperta lunedì 20, si chiuderà oggi, mercoledì 22).

Il grande appeal è legato alla dichiarata possibilità di proteggere il capitale e la cedola dall’inflazione. Se questa aumenta, anche la cedola e il capitale si rivalutano.

Come dico sempre bisogna però ricordarsi che  in finanza il diavolo si nasconde nei dettagli.
Eccone due che sfuggono ai non addetti ai lavori (a volte anche a quelli con meno esperienza), ma che sono determinanti.

1 – Attenzione: che il capitale viene COMPLETAMENTE rivalutato all’inflazione è FALSO.
Il fatto che ad ogni semestre viene riconosciuta una cedola maggiorata dalla quota parte dell’inflazione più la rivalutazione del capitale investito fa sì che alla scadenza ti ritrovi il valore nominale del capitale.
Per poter avere la protezione completa del capitale dall’inflazione, la rivalutazione stessa non dovrebbe essere pagata ogni semestre, ma tutta insieme alla scadenza.
Perché nel momento in cui infatti mi viene pagata la quota parte del capitale rivalutato, questa dovrei essere in grado di reinvestirla al tasso dell’inflazione.
Questo non è possibile se la liquidazione finisce ogni semestre sul conto corrente (che non viene aggiornato all’inflazione).
C’è quindi una perdita di potere d’acquisto per questa parte del capitale che non viene protetto completamente dall’inflazione.
Ci avevi mai pensato?

2 – Altra osservazione: la cedola, così come la rivalutazione del capitale viene calcolata sulla variazione dell’inflazione italiana, cioè sull’indice FOI (Famiglie, Operai, Impiegati, con l’esclusione dei tabacchi). Il calcolo presuppone che ogni 6 mesi ci sia la variazione che stiamo subendo adesso: ad esempio del 6,8 che è il dato dell’indice FOI aggiornato al 21 giugno 2022.
Il problema però riguarda il fatto che di 6 mesi in 6 mesi non è detto che la crescita dell’inflazione sia costante e sempre la stessa. Anzi, aggiungo io, che molto probabilmente la crescita del tasso dell’inflazione diminuirà, per merito dell’intervento della Banca Centrale Europea che ha dichiarato l’intenzione di voler far di tutto per abbassarla in futuro.
Questo significa che il rendimento futuro sarà più basso di quello attuale: già ora i mercati danno per scontato una variazione dell’inflazione a ribasso nei prossimi anni.

Per concludere questo breve focus ti invito a scaricare l’allegato (clicca qui) della scheda tecnica di approfondimento emesso dal Dipartimento del Tesoro, dove troverai evidenza di queste riflessioni.

Il tema dell’inflazione è oggi centrale per i risparmiatori, lo strumento del BTP Italia offre una risposta e una protezione alla perdita del potere d’acquisto del capitale, non completa.

Ci sono elementi di valutazione che non vengono mai esplicitati, ma che sono fondamentali se si vuole REALMENTE proteggere il proprio capitale.

Se hai bisogno di una guida al tuo fianco per fare i tuoi investimenti, sono qui.

A presto!

Luca Ruini

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