Perchè la finanza sceglie Gucci?

Un sorriso genuino per 2 metri di altezza: quando l’altro giorno ho avuto il piacere di prendere parte a un incontro con Marco Bizzarri, CEO del gruppo Gucci, ho immediatamente sentito quell’ondata di talento misto genio, che il mio istinto va cercando quando guardo negli occhi possibili opportunità di business. Non solo il mito in questione abita a Rubiera e ha studiato a Modena, gomito a gomito con Massimo Bottura (davvero una buona annata per la facoltà di Economia e Commercio). Niente campanilismo, ma tante informazioni che ho raccolto, grazie alla possibilità che ho di accedere ai luoghi esclusivi della finanza confermate da quel mio “vizio” di voler guardare negli occhi i protagonisti delle strategie di investimento che poi riservo ai miei clienti.

Tutti conoscono il brand Gucci, moltissimi vorrebbero incontrare chi lo ha reso tale, in pochi ne conoscono il nome, ancor meno sono quelli che hanno parlato direttamente con Marco Bizzarri. Funziona così per tante aziende di successo. L’imprenditore è di solito il “deus ex machina” che tutto muove lontano dai riflettori della ribalta.

È proprio perché ho fatto parte di quella cerchia di privilegiati che sono qui a condividere con te cosa ho scoperto.

Bizzarri applica una precisa strategia fatta di punti concreti. Strategia che altri big del lusso non hanno saputo interpretare pur partendo dalle stesse basi.

Sento spesso dire da clienti e colleghi che, in questo momento storico, investire in società del lusso è una buona garanzia per fare soldi.

È vero che i margini in questo settore merceologico sono enormi, ma non è assolutamente sufficiente. Ci sono società famosissime in cui non metterei nemmeno un centesimo.

Non è il caso del gruppo Gucci che rappresenta invece un polo di eccellenza.

Marco Bizzarri è stato in grado di portare l’azienda a un fatturato di 8,2 miliardi in tre anni (nel 2015 il fatturato era di circa 3,5 miliardi). Si parla di tassi di crescita del 30-40% all’anno, con un EBITDA margin pari al 30,7%!

Sai cosa significa in numeri? Parliamo di una produzione di valore per circa 2.517 milioni all’anno!

La metà del fatturato registrato dall’intero distretto ceramico di Sassuolo.

Una macchina da guerra in grado di produrre per il gruppo Kering di cui fa parte, l’80% delle EBIT totali.

Nota di colore: quanto appena scritto ci fa capire come per il patron Pinault, alla guida del colosso del lusso Kering (quotato sulla borsa francese), la donazione di 100 milioni per la ristrutturazione di Notre Dame di Parigi, dopo il devastante incendio di aprile, non fosse poi una cifra così esagerata. Per lui ovviamente! Per altro, va sottolineato anche il merito di non aver nemmeno voluto lo sgravio fiscale per non pesare sui contribuenti francesi!

Ma torniamo a Bizzarri. Vuoi sapere come si concretizza la sua “magia”?

A una crescita così veloce e forte corrisponde un altrettanto rapida capacità di decisione e di delega.

Pensa se i processi produttivi o logistici non fossero stati al passo. Si sarebbero creati giganteschi colli di bottiglia in grado di ingessare tutto a tempo indeterminato.

Ma quello che più mi ha sconvolto è stato sapere che il gruppo riceve all’anno più di un milione di curriculum! Un milione è davvero così tanto che sono dovuti ricorrere a sistemi di intelligenza artificiale per scremare i 200 per ogni posizione che vengono presi in mano dagli addetti alle risorse umane.

Stiamo parlando di un gruppo con 18 mila dipendenti, che solo l’anno scorso ha registrato più di 3.900 nuove assunzioni!

C’è un altro dato che mi ha lasciato senza parole: ogni anno il 25% della forza lavoro già formata dei punti vendita si licenzia. Lavorare per Gucci è anche un’esperienza incredibile che può essere sfruttata per trovare altri posti, magari di prestigio, più vicini a casa.

Immagina quindi lo sforzo che il gruppo deve sostenere: colmare il quarto di posti che si rendono vacanti e investire su nuove risorse necessarie al naturale sviluppo che sta portando avanti.

E ti dirò di più.

Proprio perché si tratta di una concentrazione di giovani talenti da tutto il mondo, anche il welfare istituito è molto importante. Hai mai sentito parlare di un servizio di lavanderia giornaliero, di un concierge che si occupa della spedizione e ricezione dei pacchi acquistati on line o di un benefit anche di 1.500 euro per viaggi e divertimenti? Io no!

Così come non avrei pensato a un ristorante/ “mensa” aziendale STELLATO gestito da Vittorio (per chi non lo conosce, è un rinomato ristorante di Bergamo)!

Bizzarri ha spiegato anche come ha deciso di trasmettere l’heritage del brand a tutti i dipendenti. Tutti, e ripeto TUTTI, gli addetti al rapporto con il pubblico, passano un mese di formazione in Italia a contatto con gli artigiani e il metodo di lavoro applicato. La produzione infatti è 100% italiana mentre i negozi, si trovano in tutto il mondo.

In questo modo il valore del prodotto non viene soltanto insegnato, ma condiviso! Chi presenterà il prodotto al cliente finale sarà in grado a sua volta di raccontare il valore e la filosofia che lo distinguono dagli altri.

Come è ovvio per Bizzarri, ma non penso per altri, tutti i punti vendita vengono gestiti direttamente. Guarda cosa dicono gli studi di mercato:

C’è un altro elemento geniale: per favorire ricerca, sviluppo ed efficienza, ha deciso di coinvolgere gli under 30 per “sfruttare” la loro capacità di leggere l’azienda, in modo diverso, più libero e meno vincolato.

Tutti i dipendenti possono parlare direttamente con lui, anche attraverso pranzi organizzati ad hoc, con l’opportunità, per chi lo desidera, di condividere la propria visione.

“Questo mi ha portato a creare e perfezionare una ‘cassetta delle idee’ e di attivare progetti a sé stanti dando energia e nuova linfa” sono state le parole del CEO. Naturalmente, le buone idee vengono premiate anche a livello economico.

Perché ti dico tutto questo?

Solo incontrando di persona i numeri 1 di un’azienda (di qualsiasi settore), si può avere questo dettaglio di informazioni che naturalmente devono essere comprese: bisogna avere dimestichezza delle varie tipologie di strategie aziendali possibili, per poter poi porre le giuste domande durante gli incontri.

Infine, come ho già scritto anche nel libro, bisogna anche essere in grado di cogliere come gli analisti e i gestori interpreteranno queste informazioni: tante volte quello che dicono è diverso da come poi agiscono sui mercati.

Gucci ha basi solide che altri non sono riusciti ad applicare e interpretare.

Purtroppo tra gli “altri” ci sono nomi che non avresti immaginato: conosco tanti casi di investimenti  (fatti anche da fondi) in società ritenute del lusso che si trovano in situazioni critiche.

Sto parlando di Versace, Cavalli, Missoni, Golden Goose, Valentino, Trussardi, Buccellato, per citarne alcuni.

Due esempi su tutti.

Il fondo Clessidra contiene azioni di Cavalli il quale si trova nel bel mezzo di un turn around perché negli ultimi anni ha fatto EBITDA margin e fatturati negativi.

Il fondo Blackstone è uscito dal Gruppo Versace passato di mano nel 2018 a Michael Kors per circa 2 miliardi di dollari dopo che lo stesso Michael Kors aveva acquisito Jimmy Choo, per 1,2 miliardi di dollari (la società americana sta costruendo un nuovo polo del lusso).

Diciamo che si tratta di 2 brand che non ti consiglierei mai. Eppure, avresti mai messo in dubbio la solidità di Cavalli o Versace?

Gestire il settore moda senza conoscerne le dinamiche è pericoloso. Pericolosissimo investirci!

Brand famosi non sono garanzia della visione e della capacità organizzativa che ha invece dimostrato di avere, in questi ultimi anni, Gucci.

Pur partendo da altrettante basi solide, diversi emblemi del lusso non racchiudono le stesse dinamiche. E questo sicuramente non viene pubblicizzato.

Oggi investire nel settore è come fare un investimento sui consumi cinesi: infatti, varie maison mondiali del lusso hanno fatto registrare un calo medio di oltre il 25% del loro fatturato in Cina.

Guarda cosa si aspetta McKinsey: nel 2025 il 40% del fatturato totale arriverà dalla Cina.

Essere all’interno del segmento del lusso non è garanzia di guadagno: bisogna conoscere le differenze abilmente nascoste dagli sfarzi delle passerelle.

Decidi tu se vuoi continuare a fare gli investimenti nel solito modo, sulla base cioè di indicazioni di Private bancari che suggeriscono di investire solo in base a notizie lette sui giornali o luoghi comuni ormai privi di valore aggiunto.
Per come la penso io, ci deve essere una strategia chiara e un’analisi approfondita prima di fare un investimento.

Sei sicuro di volerla lasciar perdere?

Affrettati a chiamare.

A presto!

Luca Ruini

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