Carpe Diem: cogli le opportunità nascoste dal sistema finanziario

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù! Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare”.

Quando John Keating, l’insegnante di letteratura del film “L’attimo fuggente”, si è messo in piedi sulla cattedra recitando queste parole è diventato il mio mito. Siamo nel 1959, di sicuro era troppo all’avanguardia per quel periodo.

Tutte le volte che durante i miei viaggi incontro un professore illuminato e che adora il suo lavoro, questa scena parte automaticamente nel mio cervello. È successo anche l’altro giorno qui a Chigago dove mi trovo per alcuni appuntamenti d’affari. Ti scrivo dalla Trump Tower nel cuore del distretto finanziario, che gli americani chiamano “Chicago Loop”.

In questo caso era una bella donna sui 50 anni che ho avuto il piacere di conoscere durante una delle rare cene informali che mi concedo nei miei spostamenti. Se non sono appuntamenti di lavoro, di solito preferisco mangiare un boccone veloce da solo e godermi una passeggiata in città. Alcune volte, come in questo caso, mi ritaglio del tempo per mettermi davanti al mio MacBookPro, sistemare alcuni appunti e raccogliere i pensieri.

Sono un consulente finanziario, quindi l’abilità di cambiare prospettiva e di scovare alternative esclusive nel mio lavoro è fondamentale. Se esistesse veramente e insegnasse il mio mestiere, Keating lo ripeterebbe all’infinito.

E poi vuoi mettere che cambio di prospettiva è guardare il mondo dalla terrazza del piano più alto di un grattacelo? Lo faccio tutte le volte che mi capita, anche perché salire sulla scrivania dell’ufficio mi sentirei troppo cretino. Però serve a ricordarmi che guardare le cose da prospettive diverse aiuta a prendere le decisioni. E che non dobbiamo limitare il nostro pensiero ad un solo punto di vista.

Ho gestito il patrimonio di una banca di 5 miliardi di euro per 9 anni. Fare finanza non è la “semplice” compra vendita di titoli azionari e non. Ci sono strategie molto più complicate che si possono applicare soprattutto su grandi patrimoni e che permettono di sfruttare la capacità di guardare in prospettiva per anticipare le mosse del mercato. Sai quante volte sono mentalmente salito sulla scrivania o su un grattacelo per analizzare tutte le alternative possibili? E per non cadere nella trappo di applicare subito quella che mi si presentava facile sotto il mio naso, magari perché scritta sul “Sole 24 ore” o su qualche altra rivista specializzata?

Ho girato il mondo, vissuto da protagonista i mercati
e frequentato i posti più riservati per cercare nuovi punti di vista.
E, come vedi, lo sto ancora facendo.
A maggior ragione adesso che sono un imprenditore.

E tu sai bene cosa significa, sono sicuro che tu stia facendo la stessa cosa nel tuo settore di competenza.

E da un punto di vista di gestione finanziaria, stai facendo lo stesso? Hai mai pensato di guardare la cosa da un’altra prospettiva? Non è facile, il sistema economico le nasconde molto bene le alternative. Chi è il tuo consulente finanziario? Un dipendente, private che sia, di una banca? Lui le dovrebbe conoscere…come si è formato? Dove ha fatto esperienza? Ha mai operato direttamente sul mercato?

Non mi sono dimenticato dell’insegnante che ho incontrato durante una cena informale a Chicago di cui ti stavo parlando. Con il suo fare posato e amichevole ha subito catturato la mia attenzione. Dalla presentazione ad un’intensa conversazione sul sistema scolastico sono passati davvero pochi minuti.

Ho sempre pensato che il metodo americano abbia tantissimi punti forti. Mio figlio, dopo la laurea in ingegneria gestionale a Modena, ha preso il Master in Business Administration (MBA) della Columbia University di New York (quella dove ha studiato Warren Buffet, il terzo investitore più ricco al mondo per intenderci, ma anche l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e i premi Nobel, tra cui Carlo Rubbia ed Enrico Fermi) e mi ha confermato quello che con i miei studi extrascolastici a stelle e strisce avevo intuito.

Nella sua analisi la professoressa americana ha individuato subito il nocciolo della questione. L’obiettivo della scuola americana, già da come è strutturata, è quello di indirizzare i ragazzi verso una specifica disciplina. La filosofia di base è più o meno questa: non si può spere tutto, né essere bravi in tutto, scegli ciò che più corrisponde alle tue aspirazioni o inclinazioni caratteriali e specializzati su quello.

Un po’ l’opposto del ragionamento all’italiana: diamo un’infarinata di tutto il possibile e poi si vedrà.

In Italia, per ciascun quadrimestre, ogni classe riceve l’orario delle materie e i diversi insegnanti si alternano alla cattedra. In America, ogni studente sceglie i corsi da seguire (fatto salvo alcune materie obbligatorie) e ogni ora si sposta nell’aula in cui si tengono quelli prescelti. Ecco perché non esiste un programma scolastico uguale per tutti. I professori stanno in mezzo agli alunni che vengono coinvolti in lavori di gruppo.

Un’altra delle teorie americane è che passare del tempo a scuola è meglio che passarlo a bighellonare in giro. Per questo, al pomeriggio è la scuola stessa che organizza attività sportive e ricreative (come la banda, recitazione, lingue straniere…), attività che in Italia i ragazzi devono cercare altrove.

Impossibile per me non tradurre le due visioni in ambito finanziario.

Come dicevo qualche riga fa,

come fai a vedere le cose da un’altra prospettiva se non sei del settore?
O se il settore lo conosci in modo superficiale?

In America ci insegnano che non si può sapere tutto. E comunque non si può sapere tutto BENE. E ciò che è sicuro è che un patrimonio non va gestito così così, un po’ alla “carlona” si dice dalle mie parti, per indicare una cosa fatta in maniera approssimativa, chissà perché poi.

Se poi stiamo parlando del tuo di patrimoni, a maggior ragione che dici?

Chi lavora in una filiale bancaria ha una formazione all’italiana intesa come generalista.
Deve sapere un po’ di tutto per essere pronto a dare delle risposte
a qualsiasi tipologia di cliente.

Che esperienze ha avuto prima di quella? Di solito nessuna, oppure in qualche altra banca. Gli strumenti che ha a disposizione sono quelli forniti dall’istituto di credito attraverso corsi di formazione low cost imposti dall’alto. Sicuramente non ha investito sulla sua formazione personale oppure pensa di averlo fatto perché ha una laurea in tasca.

Quando un dipendente di banca parla del proprio lavoro con gli amici, si dice spesso soddisfatto per due principali vantaggi: lo stipendio a fine mese e la precisione negli orari di lavoro. Vai a uno sportello alle 18.01 e dimmi se trovi qualcuno. Di recente ho sentito un ragazzo vantarsi dei propri orari di lavoro, mentre cenava in un tavolo di fianco al mio, che gli ultimi 5 minuti di lavoro in banca si passano a guardare l’orologio per non uscire un secondo dopo degli altri. Cioè fanno a gara per non essere gli ultimi a uscire. Proprio come quando suona l’ultima campanella a scuola.

Oddio forse io e te siamo un po’ esagerati a non guardarci nemmeno all’orario, però non affiderei i miei risparmi a qualcuno per cui sono l’ultimo dei pensieri. Anzi probabilmente nemmeno quello.

Dimmi cosa gliene frega di imparare qualcosa di più di quello che gli viene comodamente messo sulla scrivania. Oppure di non accontentarsi dei corsi collettivi se già quelli li passa a rispondere alla corrispondenza sul cellulare.

È un po’ come alle superiori in Italia, subisci le lezioni che ti vengono propinate dall’alto, dal sistema scolastico in questo caso, sperando che il tempo sui banchi passi il prima possibile e cercando di portare a casa un risultato accettabile con il minimo sforzo. È molto diverso dal scegliere le materie su cui applicarsi.

È molto diverso dal potersi definire “specialisti” di un determinato settore.

Come può, un private, farti una proposta che sia diversa da quella che dai piani alti della banca hanno preparato per i te senza conoscerti?

Sei un profilo a cui viene applicata una proposta già fatta ad altri “categorizzati” come simili a te.

Il private bancario non è altro che un venditore,
piazza prodotti che l’istituto di credito ha selezionato per interesse
e di cui ha una sommaria conoscenza che si è procurato nei corsi di cui sopra.
Come fa ad anticipare i movimenti del mercato?

Ampliare le prospettive significa avere le competenze per applicare strumenti più complessi di semplici operazioni di compra vendita. Penso ai titoli derivati, ad esempio, con i quali compri il diritto di acquistare qualcosa in base a quello che pensi accadrà in futuro. Di certo non è possibile basarsi su valutazioni “nasometriche” (superficiali e un po’ a casaccio) o fatte da altri…chi può prendersi la responsabilità di una decisione sbagliata? Il dipendente bancario? Non può proprio averla per contratto una prospettiva diversa da quella fornita dalla banca! Se dovesse sbagliare di sua testa non sarebbe coperto da un punto di vista bancario. Certo non rischierà.

Quando sei un imprenditore la prospettiva, le priorità e gli obiettivi, sono di tutt’altro genere.

Un imprenditore è per forza di cose specializzato in qualcosa e precisamente nella sua attività.

Un dipendente non è detto che lo sia, anzi solitamente non lo è a certi livelli perché non suda quello che sudi tu, metaforicamente parlando.

La tua giornata di imprenditore non lascia tanti momenti liberi
per approfondire cose che non riguardano la tua attività.
Mi permetto di fare questa affermazione perché
tutti i momenti liberi che ho avuto dal mio lavoro
li ho dedicati a migliorarmi nel mio lavoro.
Non a imparare altri lavori.

Sono sicuro che è quello che fai anche tu.

Il mondo finanziario però inganna.

A volte i numeri che si leggono sui giornali o le prospettive che si preannunciano sono talmente allettanti che si pensa di poter fare qualche azzardo in autonomia. Ma se sono informazioni a cui si può accedere comodamente seduti al bar sono davvero la migliore delle soluzioni?

I soldi non sono mai piovuti dal cielo.

Nemmeno nei racconti e nelle allegorie. Sono piovute cavallette, lingue di fuoco, uomini, come cantava qualcuno, ma soldi…quelli mai…

E poi perché farsi carico di ulteriori pensieri? Hai già tanti problemi da affrontare in azienda e momenti belli da vivere nel tuo privato, davvero vuoi sprecare fatica mentale e tempo in qualcosa che poi non potrai mai sapere se è la soluzione che fa davvero per te?

Chi te lo fa fare di arrovellarti su come gestire il tuo patrimonio? Oppure di metterti seduto di fianco al tuo consulente se hai sentore che non sia proprio completamente preparato? Nessuno potrà mai essere tuttologo. Chi si sente tale, purtroppo è vittima di un cortocircuito mentale o di troppa pienezza di sé.

Si può sapere di tutto un po’…
…e diventare cibo per il mercato che non lascia margini d’errore.

Si possono comprare medicinali di automedicazione per un mal di stomaco o un mal di testa, ma non mi sognerei mai di diagnosticarmi da solo una cura antibiotica senza il parere del medico. Nemmeno se penso di conoscere il farmaco che si dovrebbe prendere per quei sintomi.

Io credo che ognuno di noi debba avere il privilegio di dedicarsi a quello di cui è capace.

Non sono un venditore di prodotti, vorrei essere per te un facilitatore.
Perché tu possa risparmiare quello che non potrà mai essere comprato: il tempo.
Tempo per dedicarti all’attività in cui ti esprimi al meglio,
alla tua azienda, alla tua famiglia o alle cose che ti piacciono.

Studiare, approfondire il mondo finanziario costa fatica e tensione, fare esperienza costa tempo. Ce l’hai? Quanto sarebbe vantaggioso avere qualcuno di cui ti fidi a cui delegare la gestione!

Pensaci, verifica a chi ti stai affidando, cambia prospettiva.

Per iniziare questo percorso potrai trovare già alcuni elementi utili nel primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

A presto!

Luca Ruini

PS:

Quando entri in una concessionaria di automobili di solito vuoi provare un’emozione, non semplicemente cambiare auto. Mercedes, Maserati, Rolls Royce, BMW, Porsche…dai per scontato che il motore non ti lascerà a piedi. Stai comprando quello che vuoi che gli altri pensano di te. Non solo comodità, affidabilità, cilindri e potenza, ma anche uno status.

Se puoi dare per scontato che il tuo consulente finanziario abbia competenze, esperienze e giusta ampiezza di visione per guardare il mercato dalla prospettiva migliore per il tuo patrimonio, non ricevi solo un servizio, ma tempo per dedicarti a quello che sai fare bene.

Se stai guidando una Fiat dovresti metterti al volante di una Ferrari per guardare il mondo da un’altra angolazione. Se ti stai affidando al private di una banca dovresti conoscere qualcuno con una esperienza diversa. Ci guadagnerai in tempo oltre che in denaro. Che poi sono la stessa cosa.

Scarica il primo capitolo del mio libro “Le confessioni di un ex squalo di Wall Street pentito”.

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